Rapina l’ufficio postale di Garbagnate Milanese mentre è in semilibertà. Arrestato con un complice
Un colpo accertato anche a Gorgonzola. I due colpivano nei giorni di consegna delle pensioni e uno dei due la sera tornava in carcere
Rapinavano uffici postali armati di pistola e a bordo dell’auto di una persona defunta. Uno di loro, quando sono stati commessi i reati, alla sera tornava in carcere in quanto sottoposto al regime della semilibertà.
Nel pomeriggio del 30 novembre i Carabinieri della Compagnia di Rho hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice delle Indagini preliminari presso il Tribunale di Milano nei confronti di una coppia di rapinatori rispettivamente di 51 e 60 anni attualmente detenuti per altra causa presso la Casa Circondariale di Bergamo, autori di due rapine commesse ai danni degli uffici postali di Garbagnate Milanese e Gorgonzola , aggravate dal fatto di essere state compiute in concorso, travisati e con l’utilizzo di una pistola. Per il 60enne inoltre un’ulteriore aggravante di aver commesso il fatto in regime di semilibertà a cui era stato ammesso in misura alternativa alla detenzione.
Il provvedimento arriva a conclusione di un’attività di indagine condotta dai militari della Sezione Operativa rhodense, intervenuti immediatamente a seguito della rapina compiuta presso l’Ufficio Postale di Garbagnate Milanese di via Trieste lo scorso 1 luglio.
Le risultanze investigative condotte anche mediante l’analisi dei varchi stradali, dei circuiti di videosorveglianza presenti in zona e all’interno degli uffici postali, l’analisi dei tabulati, mirati servizi di pedinamento e le individuazioni fotografiche, hanno permesso di ricostruire nel dettaglio il citato evento criminale che si ripeterà con eguali modalità il 5 agosto, sempre ai danni di un ufficio postale ma questa volta a Gorgonzola.
I soggetti, in entrambe le rapine, miravano a quanto contenuto nelle casseforti di sicurezza, consapevoli del fatto che nelle stesse fossero contenute ingenti quantità di denaro contante essendo quei giorni dediti ai pagamenti delle pensioni. Il tentativo di accedere al locale casseforti mediante minacce e violenze consistite nel puntare una pistola in volto alle dipendenti veniva vanificato dalla temporizzazione delle citate casseforti, tale per cui i soggetti si accontentavano, in entrambi i casi, di un esiguo bottino consistente rispettivamente in 294 e 655 euro contenute negli sportelli.
Ad incastrare il primo soggetto 50enne l’analisi dei varchi stradali che ha permesso di appurare, attraverso un incrocio di banche dati, la macchina utilizzata dai due rapinatori intestata alla madre defunta di un cognato del primo soggetto, in realtà quest’ultimo vero utilizzatore del veicolo, dato accertato dagli investigatori. Tale veicolo verrà nuovamente utilizzato anche per la seconda rapina.
Più particolare l’individuazione del soggetto 60enne, seppure dai tabulati ci fossero frequenti interlocuzioni tra i due soggetti, gli stessi non avevano posto in essere nessuna comunicazione telefonica nel giorno degli eventi, probabilmente consci dell’inopportunità di tale azione. Ad incastrare il secondo soggetto il particolare di una parte del suo tatuaggio dorsale carpita da una telecamera che ha cristallizzato la sua partecipazione come concorrente negli eventi delittuosi.
Conferma della loro complicità, inoltre, l’arresto in flagranza avvenuto per una rapina aggravata presso un istituto di credito di Villongo (BG) e le successive individuazioni fotografiche.
Date le risultanze investigative è stata emessa la citata ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita presso la Casa Circondariale di Bergamo, istituto di pena a cui i due rimarranno associati a disposizione dell’Autorità giudiziaria
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