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Masciadri saluta il Giuditta Pasta: grazie agli spettatori. L’amministrazione capisca che il teatro non è politica

Mentre si attende la nomina del nuovo CdA della fondazione che gestisce il teatro, Masciadri saluta il pubblico ed esprime un augurio per il futuro: l'amministrazione comunale capisca cos'è il teatro. Non è accontentare una poltrona piuttosto che un’altra, il teatro è un'altra cosa

Generico 05 Dec 2022

Si è dimesso oggi con la presentazione del bilancio all’amministrazione comunale di Saronno, Oscar Masciadri, presidente della Fondazione Culturale Giuditta Pasta, che gestisce il teatro di Saronno. In una conferenza stampa aperta al pubblico, tenutasi all’interno del foyer del teatro, Masciadri ha brevemente ripercorso i passaggi salienti della fondazione che dal 2017 ha guidato per due mandati.

Dal suo arrivo a Saronno nel 2017, anno in cui il teatro stava vivendo «un periodo molto difficile e problematico, io ero consigliere e Pasqui, che ha fatto un ottimo lavoro, era il presidente – ha spiegato Masciadri -. Effettivamente la situazione era molto grave dal punto di vista economico, teatro e fondazione erano a rischio chiusura». Al periodo pandemico, «credo che nei 33 anni di vita del Giuditta Pasta, gli anni più difficili li abbia vissuti io» ha sottolineato l’ormai ex presidente.

Del suo primo periodo di presidenza ha ricordato: «Abbiamo attuato diverse scelte che hanno portato a risparmi immediati, raggiungendo già dal primo anno dei buonissimi risultati. Questo è servito per far capire che il teatro è in grado di stare in piedi con le proprie gambe, ciò significa che gli spettacoli si pagano con i biglietti degli spettatori. Poi su tutto il resto ci abbiamo lavorato». Masciadri ha quindi citato alcuni importanti investimenti che hanno permesso di migliorare l’attrattività del teatro: dal rinnovo del foyer, al rifacimento dei bagni, fino all’accorgo con Galli e all’apertura del giardino adiacente al teatro, «oggi questo è uno degli angoli più belli di Saronno» ha dichiarato Masciadri.

“Anni di lavoro e impegno al Giuditta Pasta di Saronno. La politica però resti fuori dal teatro”

C’era poi la necessità di azzerare i debiti che il teatro negli anni aveva accumulato. Prima dell’arrivo della pandemia, ha raccontato Masciadri, «avevamo preparato un piano di ristrutturazione e di risparmio e nel giro di 3/4 anni avremmo ristabilito la situazione patrimoniale del teatro. Poi è arrivato il covid e sappiamo tutti cosa è successo, ci siamo trovati ad un certo punto da soli, senza appoggio».

Masciadri ha ricordato la scomparsa di un’importante collaboratrice del teatro e il rapporto di vicinanza e sostegno che in questi anni ha cercato di costruire con chi questo luogo lo frequenta. «Una delle soddisfazioni maggiori che ho avuto è stata quella di telefonare durante il covid ai vari abbonati – dichiara -. Ho fatto circa 500 telefonate, volevo far capire agli spettatori che il teatro era loro vicino. La nostra non è solo un’attività culturale, ma anche sociale». 

Poi è arrivato il cambio di amministrazione comunale. Con l’amministrazione Airoldi, ha raccontato Masciadri, «non c’è stato quel feeling che avrei voluto ci fosse. Il teatro di Saronno, come anche tanti altri teatri italiani, aveva la necessità in quei momenti che l’amministrazione comprendesse le difficoltà vissute».

«Questo non è un teatro commerciale, è un teatro culturale, dove si fanno spettacoli di prosa, di danza, di musica, ci sono poi le scuole, le famiglie perché questo è l’obiettivo, fare in modo che il teatro sia della città. Purtroppo l’amministrazione ha seguito una sua linea, una linea che oggettivamente non posso discutere, perché non c’è stata una volontà politica nel voler dare una mano. Si sono affidati a una semplice convenzione. La convenzione scrive così e noi facciamo così. Punto. Ma a mio avviso non si lavora così».

Il Giuditta Pasta di Saronno presenta la nuova stagione teatrale

«Sotto il profilo economico posso dire che siamo stati tutti quanti bravi, perché siamo partiti da una situazione iniziale pessima. I miei quattro anni di presidenza non hanno assolutamente peggiorato la situazione patrimoniale del teatro, anzi, l’hanno di poco migliorata, con la differenza sostanziale che, forse anche prima dell’era Fagioli, dall’amministrazione comunale al teatro arrivavano oltre 300 mila euro annui, non agli attuali 160 mila euro».

Cosa si sarebbe potuto fare meglio? «Avremmo potuto cercare altre sponsorizzazioni, purtroppo però non si può fare tutto».

«Si conclude qui il mio impegno presso questo teatro che mi ha dato tanto – conclude l’ex presidente -. Posso solo sperare che l’amministrazione comunale capisca cos’è il teatro. Il teatro non è politica, non è accontentare una poltrona piuttosto che un’altra, il teatro è un’altra cosa. Per farlo funzionare servono il cuore e la passione. Mi auguro che chi verrà dopo di me possa far crescere il teatro ancora di più. È il mio augurio per il Giuditta Pasta, per le persone che lavorano qui e per la città».

Valentina Rizzo
valentina.rizzo@varesenews.it
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Pubblicato il 06 Dicembre 2022
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