Usura ed estorsione, quattro arresti in Brianza
Le indagini coordinate dalla Procura di Monza sono state avviate agli inizi del mese di marzo 2022 a seguito denuncia sporta dalla parte offesa
Interessi al 30% mensile e se il capitale non veniva rimborsato a scadenza partivano le minacce.
I militari della Compagnia Carabinieri di Vimercate, hanno dato attuazione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale – emessa dal Tribunale di Monza su richiesta della locale Procura della Repubblica – nei confronti di 4 soggetti (tutti nazionalità italiana) ritenuti responsabili di estorsione ed usura nei confronti di una cittadina italiana.
Le indagini coordinate dalla Procura di Monza sono state avviate agli inizi del mese di marzo 2022 a seguito denuncia sporta dalla parte offesa. L’attività investigativa ha consentito di documentare le responsabilità degli indagati in concorso tra loro che con violenza e costanti minacce anche a mezzo telefono, si facevano consegnare dalla vittima complessivamente la somma di euro 3.300 corrispondenti alla sola quota interessi pari a euro 300 (30% mensile), a fronte di un prestito di euro 1000 ricevuto a maggio 2021, che sarebbe stato estinto al solo versamento in un’unica soluzione di euro 1300, di cui 1000 quota capitale e 300 quota interessi.
In particolare per tutti e quatto veniva contestato il reato di estorsione continuata ed aggravata in concorso, venendo applicate: la misura cautelare degli arresti domiciliari ad un 35enne già sottoposto ad analoga misura; il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa a carico di una coppia di coniugi testimoni delle minacce nonché incaricati in alcune occasioni di riscuotere le rate; la misura cautelare in carcere per il 49enne ritenuto a capo del sodalizio dovendo rispondere anche dei reati di “usura aggravata”, “possesso di segni distintivi contraffatti” e “porto di armi od oggetti atti ad offendere”.
Infatti quest’ultimo durante un controllo nelle fasi delle indagini è stato trovato in possesso di una paletta catarifrangente “ministero della difesa – carabinieri” priva di matricola; una casacca colore azzurro con scritta “carabinieri” e logo dell’arma; un paio di manette metalliche prive di matricola simili a quelle in uso alle forze di polizia; – un porta distintivo in pelle con placca color oro con la scritta “associazione nazionale di polizia”; un machete della lunghezza di cm 40 ci cui cm 29 di lama, rivenuto nell’abitacolo dell’autovettura, tutti oggetti il cui non giustificato possesso e/o porto costituiscono reato.
Terminate le attività di notifica e rilievi, uno è stato tradotto in carcere, uno sottoposto agli arresti domiciliari mentre i coniugi liberamente hanno fatto rientro presso la loro abitazione con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima
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