Letizia Moratti e la sanità di domani: “In Lombardia ho iniziato un percorso”
A pranzo al Rotary nessuno spazio alla politica. Ma il tema nell'intervento è centrale: Moratti rivendica l'eccellenza lombarda ma anche le correzioni rispetto al passato. E parla anche delle scelte sul territorio, dall'ospedale unico all'hub emergenze
«Mi spiace ma oggi non parlo di politica, ho altre tappe fissate». Quando arriva a Gallarate per un pranzo conviviale del Rotary, Letizia Moratti, sulle prime, evita ogni contaminazione. «Oggi parlo di welfare e sanità» spiega all’ingresso del circolo del tennis, prima di entrare.
Ad accoglierla c’è Luca Ferrazzi, ex assessore regionale che sul territorio si sta dando da fare per costruire in provincia di Varese una solida base alla lista LM, che sta per Lombardia Migliore, ma evoca anche le iniziali della candidata che è sostenuta anche da Italia Viva e Azione.
È all’uscita dall’incontro che la candidata presidente di Regione Lombardia rilancia verso un accordo più ampio a suo sostegno: «Ho scelto di mettere la mia esperienza al servizio della mia Regione, la Regione era amo, con una lista civica. Ho una mia storia, liberale e popolare, che si ritrova nella dottrina sociale della Chiesa, dentro a un percorso che guarda alla crescita ma che sia una crescita inclusiva. Ho scelto una una lista civica e sono appoggiata dal “terzo polo” ma sono aperta a tavoli di confronto concreti sulle diverse tematiche. Credo che in questo momento gli schemi siano superati dalla necessità di misurarsi sui contenuti, mi auguro di poterlo fare».
Il tavolo di confronto con il centrosinistra (o il Pd, che dir si voglia) rimane aperto, come peraltro ben chiarito già nei giorni scorsi, di fronte ai dubbi – per usare un eufemismo – che serpeggiano nelle file di chi si è opposto a Formigoni ieri e a Fontana oggi.
Un momento del pranzo con il Rotary al circolo del tennis di GallarateDurante il pranzo al Rotary a Gallarate non c’è nessun cedimento al dibattito politico, neanche in sala, dopo il pranzo. Il tema del suo intervento, però, tocca un nodo centrale della politica regionale: la funzione sanitaria.
E allora qui Moratti un po’ rivendica il lavoro della Regione («Siamo stati i primi ad essere colpiti ma i primi a reagire»), un po’ nello spiegare il suo lavoro di un anno marca la differenza rispetto alla lunga gestione del centrodestra.
E quindi è inevitabile partire da un «impegno a rafforzare la sanità territoriale», ma alla fine risuona anche un richiamo a «garantire sanità pubblica accessibile», «un elemento di equità sociale».
Ospedale unico e hub emergenze tra Gallarate e Busto
Moratti è stata assessore per oltre un anno nella squadra di Attilio Fontana, da cui ha preso le distanze in questa nuova fase, post-25 settembre, da quando (ha detto) il centrodestra è diventato più destra e meno centro.
Moratti però rivendica fino in fondo il lavoro fatto fin qui: «Regione Lombardia ha eccellenze ospedaliere ma era debole sul piano della sanità territoriale, su cui investiamo 2 miliardi con i fondi Pnrr». Dice che la sua attenzione è stata a far corrispondere a risorse certe «tempi certi: «Avevo fatto scrivere 40% entro il 2022, poi 30% l’anno prossimo, il 30% nel 2024. Fin qui il cronoprogramma è stato rispettato».
Cita due nodi locali. Prima di tutto la prospettiva dell’ospedale unico Gallarate-Busto, avendo presente però che qualche problema c’è: «La Regione deve garantire un passaggio molto morbido verso il nuovo ospedale, che tutti i servizi vengano garantiti e sia garantita la presenza del personale».
Un momento del pranzo con il Rotary al circolo del tennis di GallarateL’altra prospettiva è quella di quello che chiama «hub di emergenza della Regione», da realizzare in quello che a Gallarate chiamano “il casermone”, l’area dell’ex Deposito Centrale dell’aeronautica. Non una struttura di immediato uso per il territorio, ma un hub «che garantisca là flessibilità per rispondere alle emergenze di possibili diverse pandemie». Il plurale può sembrare eccessivo, ma Moratti ricorda che «solo quest’anno abbiamo avuto cinque diverse pandemie», dal Covid fino a epatite dei bambini(ancora da chiarire) passando per il vaiolo delle scimmie.
Le scelte per la sanità secondo Letizia Moratti
Casi che mostrano il rischio di “spill over”, di passaggio degli animali all’uomo. E per questo nel tracciare le linee generali per la sanità di domani mette al centro anche «la salute dell’ambiente e dell’animale». Un esempio? La peste suina che ha colpito Piemonte e Liguria, «con una azione proattiva che ha preservato i nostri allevamenti».
Riduzione delle liste d’attesa partendo dal monitoraggio, integrazione con il socio-assistenziale, telemedicina, analisi preventiva dei bisogni di ogni territorio sono gli altri elementi che evoca.
«Non abbiamo dato tutte le risposte che dovevamo dare, ma abbiamo iniziato un percorso, mi auguro continui».
Alla conviviale del Rotary trova accoglienza calda, sostegno all’idea della politica fatta da chi ha doti di management.
Risponendo alle domande parla delle comunità energetiche per le aziende, poi lancia anche il segnale di attenzione alla grande, popolosa provincia lombarda: «Alla Lombardia serve rafforzare un’alleanza con l’area metropolitana, ma serve anche una valorizzazione di tutte le altre città, serve una politica per valorizzare l’esistente. Qui ad esempio avete lo straordinario cluster aerospaziale: mi piacerebbe lavorare ad una alleanza con università e Regione per fare di nuovo grande la nostra Lombardia. Non mi basta il campionato, dobbiamo puntare alla Champion’s League», conclude con metafora calcistica.
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