Nasce Teatri in rete, la “stagione diffusa” di Lombardia
Dieci "sale della comunità", dieci teatri che propongono spettacoli dal vivo: sono i protagonisti dell'iniziativa promossa dall'Acec della Diocesi di Milano. Tra le sale anche l'Excelsior di Cesano Maderno
Dieci sale teatrali di Lombardia dell’Associazione Cattolica Esercenti Cinema (ACEC) si rinnovano nel progetto Teatri in rete. Arriva il futuro del teatro nelle Sale della Comunità della Diocesi di Milano e passa attraverso una rete che rafforza e coinvolge realtà uniche sul territorio in una stagione diffusa per rilanciare il patrimonio artistico unendo competenze ed esperienze. Tra le sale protagoniste, anche il Teatro Excelsior di Cesano Maderno.
Il lancio del progetto teatri in rete
«Fare un progetto insieme è difficile e bisogna avere ambizioni. Una di queste, che vi propongo, è addirittura di influenzare il mercato, prendendo gli spettacoli, mettendoli nella programmazione e facendoli andare bene» ha detto Andrée Ruth Shammah, regista e direttrice artistica del Teatro Franco Parenti, una delle figure più importanti del panorama culturale italiano e non solo, che ha illuminato con la sua presenza la nascita del progetto Teatri in rete.
«Il vostro progetto sia qualcosa di più di una somma di individualità, ma sia qualcosa che renda la partecipazione del pubblico nelle vostre sale qualcosa di diverso e unico».
Nella sede della Curia arcivescovile, l’ACEC di Milano insieme a ITL e con il supporto di Fondazione Cariplo hanno svelato la nascita del coordinamento che dovrà rilanciare i palcoscenici da oggi, con uno sguardo lungo verso il cammino del teatro dopo il lockdown.
Ha continuato Shammah, sposando la missione e la visione delle Sale della comunità, che uniscono alle competenze del personale quelle dei volontari: «Noi facciamo una divisione assolutamente impropria quando separiamo i professionisti dai volontari. Perché la professione del teatrante deve fare i conti con la certezza che possiamo avere i teatri pieni solo se, da anni, la gente si sente a casa e se ci siamo. Se siamo presenti, ci impegnano, salutiamo, entriamo in sala, guardiamo il nostro pubblico, parliamo con loro. E il risultato è che tutto questo funziona».
Insieme a lei anche Giovanni Vernassa, membro del comitato di presidenza insieme a Guglielmo Mirra dell’ANET (Associazione Nazionale Esercenti Teatrali) in seno ad Agis, che ha sottolineato l’entusiasmo e la creatività che si può trovare all’interno delle Sale della comunità.
È intervenuto anche don Gianluca Bernardini, presidente Nazionale ACEC e ACEC Milano, referente dei Centri Culturali Cattolici di Milano. «È proprio vero che le difficolta possono essere uno stimolo per soluzioni innovative», ha commentato Bernardini. «Il progetto è nato quando ci siamo sentiti più persi, durante i lunghi mesi di stop dovuti al lockdown. La missione delle Sale della Comunità non è di abbattersi, ma di credere che la cultura sia un bisogno essenziale del nostro vivere. Noi ci siamo, ci siamo sempre stati, e ora saremo ancora più presenti per lo spettacolo dal vivo».
«Il teatro vissuto nei territori ricostruisce oggi più che mai le nostre comunità» ha aggiunto Angelo Chirico, coordinatore del progetto Teatri in Rete. «Nello scoprire le molte cose in comune rafforziamo le nostre identità e guardiamo insieme al futuro in modo più consapevole e forte».
Perché Teatri in rete?
Il progetto Teatri in rete è il culmine di un percorso condiviso maturato negli anni e rafforzatosi durante lo stop causato dalla pandemia.
La tradizione pluridecennale delle Sale della Comunità ha portato ad esperienze sui territori di appartenenza che rappresenta un unicum a livello nazionale per profondità e per radicamento storico.
Tutto questo non basta più. I Teatri in rete credono che alle difficoltà che il settore culturale sta affrontando si possa rispondere solo unendoci, comunicando insieme e progettando in sinergia. Così, nel rispetto dell’autonomia economica, artistica, gestionale e organizzativa delle singole realtà, nasce, per la prima volta, un coordinamento tra sale teatrali.
In questo modo il palcoscenico assume un ruolo ancora maggiore all’interno dell’ACEC, continuando il processo di valorizzazione della polifunzionalità di queste realtà. Le sale hanno una molteplicità di dimensioni. Non solo la verticalità dello schermo cinematografico; quando questo si alza, subentra la tridimensionalità del palcoscenico».
Gli obiettivi di Teatri in rete
Il coordinamento si propone di rendere ancora più visibile al pubblico, alla società e
alle istituzioni l’unicità dell’esperienza comune.
Offre un supporto qualitativo e la messa a disposizione delle competenze reciproche, per elevare sempre di più l’offerta per gli spettatori, ampliando il bacino e dando uno strumento per supportare gli elevati budget economici sostenuti.
Teatri in rete sarà anche un nuovo interlocutore istituzionale, un organo che rappresenta le dieci sale che insieme contano più di 500 tra operatori culturali, professionisti e volontari, che rendono possibile la continuazione di stagioni storiche.
Il coordinamento opera in sinergia per ottimizzare la circuitazione degli spettacoli, offrendo alle compagnie un bacino di pubblico più ampio.
Teatri in rete è uno strumento che permette di offrire alle compagnie continuità nella programmazione, correlata a standard organizzativi d’eccellenza e professionalità nella gestione di accoglienza e dei servizi.
Le dieci sale
La rete riunisce dieci teatri tutto intorno a Milano, in quattro province: il Teatro Nuovo di Arcore, il San Giuseppe di Brugherio, l’Auditorium di Casatenovo, il Teatro Cristallo di Cesano Boscone, il Teatro Excelsior di Cesano Maderno, Teatro San Luigi di Concorezzo, il Teatro delle Arti di Gallarate, Sala Argentia di Gorgonzola, il Teatro Nuovo di Magenta, il Teatro San Rocco di Seregno.
“Le nostre storie in un orizzonte comune”
Il claim di questa prima edizione, Le nostre storie in un orizzonte comune, sintetizza la natura collaborativa del progetto, che vede operare in sinergia l’ACEC della Diocesi di Milano con l’ufficio ITL (Impresa Tecnoeditoriale Lombarda) con il supporto economico di Fondazione Cariplo.
L’orizzonte comune non intende limitarsi ai dieci fondatori ma vuole, con il tempo, andare ad abbracciare altre Sale della Comunità per costruire una rete di teatri dalle maglie sempre più intrecciate, solide e in grado di avvincere il pubblico.
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