Castelseprio e Torba, una visita guidata per scoprirle da nuovi punti di vista
Una visita al parco archeologico di Castelseprio e al Monastero di Torba sotto il segno dell'antropologia: un successo l'evento organizzato da Archeologistics che ha permesso di conoscere il bene Unesco da un nuovo punto di vista. E settimana prossima si replica
C’era chi vi era stato da ragazzo, in bicicletta con gli amici, chi ne aveva sempre solo sentito parlare, ma senza mai decidersi a visitarlo, chi lo aveva già visto, ma senza una guida che spiegasse e rendesse consapevoli sulla preziosità di questi luoghi.
I partecipanti alla visita di Archeologistics al parco archeologico di Castelseprio e al Monastero di Torba sono arrivati con le motivazioni più disparate, da comuni limitrofi come Carnago, ma anche dalla provincia di Pavia: tutti, però, hanno scelto di trascorrere un pomeriggio di autunno all’insegna della conoscenza. La visita è inserita in un ciclo di approfondimenti sui beni Unesco della provincia di Varese “Beato chi ci viene”, finanziati dalla Regione con il bando “Ogni giorno in Lombardia”.
Il gruppo, eterogeneo per età e formazione, è stato accolto venerdì 21 ottobre dalla dottoressa Emanuela Sguazza, membro di Archeologistics e specializzata in antropologia.
ALLA SCOPERTA DI CASTELSEPRIO E DEL MONASTERO DI TORBA
La visita è iniziata alle 14.30 all’ingresso del Parco Archeologico e Sguazza ha subito voluto contestualizzare il sito a livello temporale e geografico, con riferimenti alla presenza longobarda e a tracce ancora precedenti, e la rilevanza del vicino fiume Olona nei collegamenti commerciali del tempo.
La guida ha ricordato come Castelseprio – Torba sia diventato ormai undici anni un bene Unesco, per l’esattezza parte di un sito seriale, che raggruppa altri sei luoghi in Italia dove la presenza longobarda ha lasciato tracce indelebili.
Nella prima parte, sono stati mostrati alcune aree di interesse archeologico, dove quattro gruppi di ricerca universitaria hanno trascorso l’estate scavando e cercando di arricchire la conoscenza che si ha di questi luoghi.
A metà pomeriggio, il gruppo ha poi raggiunto autonomamente il Monastero di Torba, di cui è stata ricostruita la storia, da struttura difensiva di Castelseprio, a residenza di monache, passando poi al possesso degli stabili da parte di contadini, fino a quando il Monastero è stato acquisito dal FAI e ha iniziato un percorso di valorizzazione del passato patrimonio storico e culturale.
LO SGUARDO DELL’ANTROPOLOGO: UN “CSI” AL SERVIZIO DELLA CONOSCENZA
Punto focale della visita nei due siti è stata la spiegazione da parte della dottoressa Sguazza delle tecniche di studio antropologico dei resti umani rinvenuti negli scavi. Tipologia di tombe, dimensione, eventuali fratture, anomalie e punti in comune fra le ossa ritrovate permettono di arrivare a stabilire ipotesi su chi visse in questi luoghi e quali furono le cause dei decessi.
Una scienza che può definirsi “moderna”, ha spiegato la guida, incuriosendo i visitatori a cui sono state mostrate e analizzate delle ossa.
«Il reperto osseo fino agli anni 2000 non veniva considerato, poi ha iniziato ad essere oggetto di studi. Per l’ambito archeologico e quello fonense – quello di cui sentiamo parlare in televisione in caso di indagini su cadaveri ritrovati – gli strumenti sono gli stessi».
ARCHEOLOGISTICS, UNA STORIA SOLA, DIVERSI PUNTI DI VISTA
Archeologistics è una formazione nata in provincia di Varese, tutta al femminile, che riunisce archeologhe, antropologhe e storiche dell’arte ed è proprio la peculiarità di ciascun membro ad arricchire gli incontri con il pubblico.
Ciascuna esperta sa condurre per mano i visitatori mostrando loro un luogo partendo proprio dalla disciplina di cui è esperta. «Se qualcuno vorrà tornare settimana prossima, è in programma una visita al parco archeologico di Castelseprio insieme alla mia collega Elisa Dal Galdo, archeologa. I luoghi sono gli stessi, ma l’approccio è differente» ha spiegato in conclusione della visita la dottoressa Sguazza, riscontrando interesse da parte dei presenti. “Varese UNESCO, beato chi ci viene” recita il motto di questa serie di incontri che tanto stanno coinvolgendo chi si iscrive.
Tutti i dettagli a questo link.
Una giornata dunque che ha arricchito i visitatori, ma che non ha colmato la sete di conoscenza che si è propagate. Come sarà Castelseprio raccontato da chi ha trascorso del tempo a scavare alla ricerca di reperti e tracce?
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