Dal presidente Fontana agli addetti ai lavori, tutti concordi: “Monza luogo unico”
A pochi giorni dal Gran Premio "l'inquilino" del Pirellone spiega: «La Regione sempre vicina ad autodromo e GP». Lorenzo Colombo: «Da 310 a 60 all'ora: un'adrenalina pazzesca»
«Nel giro di 200 metri, si passa dai 310 all’ora toccati in rettilineo ai 60 all’ora necessari per affrontare la prima variante, almeno con le vetture che sto utilizzando in questa stagione. Quel punto è incredibile, ve lo garantisco: c’è un’adrenalina pazzesca».
L’autodromo di Monza, che compie cent’anni e che si prepara a ospitare il G.P. d’Italia di Formula Uno è uno di quei luoghi per cui l’aggettivo “iconico” non è usato a vanvera. Le parole sopra riportate sono di uno che conosce bene quel celebre nastro d’asfalto: Lorenzo Colombo, pilota 21enne di Legnano, è una delle grandi rivelazioni del FIA WEC 2022, il mondiale endurance che lo vede protagonista in una squadra formata anche dallo svizzero Louis Deletraz e da Robert Kubica, ex stella polacca della Formula Uno. A Colombo e ad altri abbiamo chiesto – ognuno per il proprio ruolo – qual è il proprio rapporto con l’autodromo nazionale.
IL GOVERNATORE – L’ex sindaco di Varese Attilio Fontana è il presidente della Regione Lombardia, uno degli enti maggiormente coinvolti nel sostegno, anche monetario, all’impianto brianzolo. «La Regione da sempre è grande sostenitrice dell’autodromo in genere e del Gran Premio in particolare: per questo cerchiamo di investire tanto, sia nel parco sia nell’autodromo che non deve solo essere un luogo di gara ma anche di ricerca, di studio, di tecnologia e lo è già in parte per i progressi sulla guida senza pilota. Per la Regione, Monza è un punto di riferimento importante. A livello personale ho diversi ricordi, tutti abbastanza recenti, spesso accanto al direttore Giuseppe Redaelli, anch’egli varesino. Mi è capitato di provare a “girare” con un grande rallysta come Miki Biasion ed è stata un’emozione particolare, mi sono molto divertito. Ecco: se non fossi avanti con gli anni mi verrebbe voglia di correre perché la pista dà sensazioni particolari che ti portano a provare a migliorare, giro dopo giro».
IL RALLYSTA – Monza è soprattutto velocità su pista ma l’attività dell’autodromo ha abbracciato negli anni un po’ tutte le specialità motoristiche. Rally compreso, tanto che nelle ultime due stagioni è stata prova di chiusura del mondiale WRC. Giacomo Ogliari, recordman di vittorie al Rally dei Laghi e istruttore federale spiega: «Monza ha un grande merito: ha aiutato ad avvicinare i rallysti e i pistaioli con la sua gara di fine anno. Io la disputo fin dalla metà degli anni Ottanta e conosco bene il tracciato anche per la mia attività di istruttore anche se in questo caso ho lavorato di più a Vallelunga. Da rallysta, aver avuto l’occasione di usare anche il parco e non solo la pista è stata una cosa fantastica con quel contorno meraviglioso. Però anche sul nastro d’asfalto le emozioni che si provano sono tante: io amo in particolare la variante Ascari. Arrivare in quel punto e affrontarlo al volante è una cosa straordinaria».
Da sinistra: Giacomo Ogliari, Sandro Tibiletti, Giuseppe Redaelli, Attilio Fontana, Lorenzo Colombo ed Emanuele MorteoIL PILOTA – Di Lorenzo Colombo abbiamo già parlato a inizio articolo: 21 anni, di Legnano, sta gareggiando con il Team Prema sia nel mondiale endurance (WEC) sia nella serie europea ELMS a bordo di un prototipo Oreca-Gibson. «Correre a Monza è una esperienza notevole ed emozionante. Farlo con i prototipi come la nostra LMP2 dà un’adrenalina speciale e mi ha permesso di toccare il mio record assoluto di velocità, intorno ai 310 all’ora. Quando poi in pista ci sono vetture sia più veloci come le Hypercar, sia più lente come le Gran Turismo, tutto è più difficile, ma la sfida è ancora più bella. Avere un impianto simile vicino a casa è fondamentale per la carriera di noi piloti: io ho trascorso lì ogni giovedì per quattro anni, quando utilizzavo a fondo il simulatore. Ma è bellissimo anche uscire a correre nel parco o passeggiare lungo il tracciato. E non dimentichiamo che chi va forte a Monza, è considerato pilota capace di adattarsi a tutti i circuiti».
LO “STORICO” – L’ingegner Emanuele Morteo è commissario tecnico di club ASI (Automotoclub Storico Italiano) e direttore sportivo della Scuderia del Portello nelle autostoriche. «Monza è importante anche per le nostre discipline, basti pensare a quando si disputava la Coppa Intereuropa che richiamava al Parco moltissimi stranieri. Tutt’ora si disputano le gare di due diversi campionati: nel 2022 quella del campionato italiano è stata inserita all’interno dell’ACI Racing Weekend (il programma di corse di un fine settimana dedicato da Acisport a numerose competizioni diverse ndr) ed è stato bello che il nostro mondo si sia unito a quello della velocità. Monza deve sempre più essere catalizzatore per il mondo dell’auto a 360 gradi, una cosa che peraltro sta già avvenendo. È un luogo che pochi Paesi al mondo possono vantare».
Monza, cent’anni di autodromo: compie un secolo il “tempio della velocità”
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