La Società della Cura contro “il virus della sanità privata”
I rappresentanti della Società della Cura di Saronno hanno distribuito un volantino in piazza Libertà sabato 16 luglio per evidenziare le criticità legate all’istituzione della Casa di comunità cittadina e allo stato della sanità pubblica in generale
I rappresentanti della Società della Cura di Saronno hanno distribuito un volantino in piazza Libertà sabato 16 luglio per evidenziare le criticità legate all’istituzione della Casa di comunità cittadina e allo stato della sanità pubblica in generale
IL TESTO DEL VOLANTINO
NON ABITUIAMOCI AL VIRUS DELLA SANITA’ PRIVATA!
Il Coronavirus continua a flagellare la nostra società, a quasi due anni dalla sua comparsa.
Vi siete mai chiesti perché? Eppure è semplice, ce lo dicevano quei pochi scienziati onesti che in tv non rappresentavano gli interessi delle multinazionali del farmaco: “Se non si mette il vaccino a disposizione di tutto il mondo, ci saranno sempre Paesi dove si origineranno nuove varianti”.
Ed è quello che sta succedendo, proprio mentre – sempre in nome di quel “libero mercato” cui ne è stata affidata la distribuzione – si apprende in questi giorni che un miliardo di vaccini scaduti sono stati distrutti.
Non abituiamoci a convivere con il loro virus, non abituiamoci al loro business!
Del resto, è sempre al “libero mercato” e ai suoi mirabolanti “operatori privati” che i nostri governanti – dal Comune agli Stati – sembrano avere in mente di affidare la gestione della nostra salute, non capendo (o fingendo di non capire) che per garantire l’universalità del diritto (e cioè che tutte e tutti possiamo
usufruirne) alcuni settori come la sanità devono restare saldamente in mano pubblica.
Guardiamo alla sanità lombarda, che non risponde da tempo ai bisogni di salute dei cittadini, ma solo a
quelli dei privati (soprattutto convenzionati), che sono stati parificati al settore pubblico: una strategia per
prendere i denari che paghiamo con le nostre tasse, toglierli alla sanità pubblica e metterli nelle mani dei
privati, che li investono dove guadagnano di più, non dove c’è maggiormente bisogno. Un esempio?
Raramente si è visto un pronto soccorso sorgere in una struttura a gestione privata convenzionata.
Curarsi è ormai diventato “roba da ricchi”.
Sono gli stessi CUP regionali a indirizzare i cittadini verso la propria rovina economica, se vogliono curarsi:
“L’ecografia che le serve ci sarà tra un anno nell’ospedale pubblico, altrimenti domani nella struttura
privata, basta pagare profumatamente”. Quante volte abbiamo sentito dire questa frase? Quante persone
in più ogni giorno rinunciano a curarsi perché non se lo possono permettere? E’ questo il diritto alla salute
per tutte e tutti sancito dall’articolo 32 della Costituzione?
Non abituiamoci al loro business: cambiare le regole si può, cambiando il governo in Regione nel 2023!
Ma veniamo al nostro territorio, dove abbiamo la storica ferita aperta di un ospedale che, nonostante i
proclami di qualche politicante, rischia nuovamente la chiusura dal prossimo autunno. Persino la
trasmissione televisiva Report ha indicato in Saronno l’esempio negativo della gestione ospedaliera in
Lombardia! In effetti, sembra che si stia facendo di tutto per svenderlo a qualche privato, mentre il
personale fugge da una struttura in disarmo: non permettiamoglielo!
E infine, la Casa di Comunità, la struttura di medicina di prossimità che dovrebbe avvicinare la sanità ai
cittadini, che l’azienda sanitaria vuole gestita da un soggetto non pubblico, la Cooperativa Medici
Insubria. Con l’applauso immediato e incondizionato, sin dallo scorso febbraio, del sindaco Airoldi e della
sua amministrazione. In contraddizione aperta con il suo programma elettorale, in cui scriveva di volersi
ispirare al modello delle Case della Salute dell’Emilia Romagna: in una serata pubblica organizzata da noi
della Società della Cura a Saronno abbiamo fatto spiegare ad una assessora del modenese che non solo la
Casa di Comunità può essere gestita in modo interamente pubblico, ma anche facendo partecipare
attivamente la cittadinanza alla sua progettazione, partendo dai bisogni veri di salute di un territorio!
Quei bisogni di salute sempre più sacrificati a ogni livello al vile interesse economico privato. Insorgiamo!
LA SOCIETA’ DELLA CURA DEL SARONNESE
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