Marta Gilli: “Il mattone mette in crisi il Sindaco Airoldi e la sua fragile maggioranza”
La consigliera comunale indipendente Marta Gilli commenta il punto discusso in consiglio comunale relativo alla proposta di convenzione di via Bainsizza
La consigliera comunale indipendente Marta Gilli commenta il punto discusso in consiglio comunale relativo alla proposta di convenzione di via Bainsizza
Ancora una volta, il Sindaco Airoldi ci ha mostrato di non saper governare con la dovuta serenità il territorio saronnese. L’ultima, per il momento, è la triste vicenda di via Bainsizza: il Sindaco si è presentato in Consiglio Comunale lo scorso 4 luglio con una proposta di convenzione, evidentemente mal gestita dall’Assessore di riferimento, che ha dovuto frettolosamente ritirare, subito dopo un breve intervento dell’attento Consigliere De Marco, che ha messo in luce una generosa e ingiustificata decurtazione, in favore dell’operatore immobiliare, degli oneri di urbanizzazione per ben 68.000,00 euro circa.
Ma, oltre alle criticità già segnalate dal Consigliere De Marco, deve essere rimarcata, altresì, la mancanza dei requisiti necessari per un legittimo trasferimento di capacità edificatoria (cessione di cubatura), in specie, da un lotto sito in via Brodolini (zona Matteotti) al lotto di via Bainsizza (zona piscina). La cessione di cubatura tra privati, infatti, è bensì legittima, ma a condizione che sussistano, tra gli altri, due requisiti sostanziali: l’omogeneità di destinazione d’uso tra i fondi interessati e la loro contiguità territoriale.
Orbene, nel caso in esame, i due fondi si trovano in due aree del tutto diverse della Città e distanti tra loro ben 1,5 km in linea d’aria. Sicché si appalesa di palmare evidenza la carenza del requisito della contiguità territoriale, ritenuto necessario dalla giurisprudenza non solo del Consiglio di Stato, ma anche dalla Cassazione penale, al fine di non stravolgere le previsioni di piano sulla densità edificatoria di zona e incrinare l’inderogabilità delle relative prescrizioni. E tale requisito è tanto rilevante che la predetta giurisprudenza precisa anche che gli strumenti urbanistici nemmeno possono eliminarlo o attenuarlo, ma solo aggiungere ulteriori limiti.
Spero, dunque, nell’interesse dalla Città, che una ponderata riflessione porti consiglio a questa Amministrazione, perché non è da escludere che i residenti dell’area interessata dall’intervento edilizio, in quanto danneggiati dal conseguente sovraffollamento dell’area medesima (su cui pende anche la spada di Damocle dell’area ex-Parma) o oscurati da un ingiustificato incremento volumetrico dell’edificio, possano anche ricorrere, con ottimi argomenti, alla giustizia amministrativa.
Marta Gilli
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