Surveyeah, l’azienda dei sondaggi di Tradate che conquista il mondo
Nata nel 2014, realizza ricerche di mercato offrendo buoni acquisto alle persone che rispondono. Oggi il 96% del fatturato arriva dall'estero
Buoni acquisto in cambio di risposte: è questo il business model di Surveyeah, azienda nata a Tradate nel 2014, che realizza indagini di mercato coinvolgendo un bacino che negli anni ha raggiunto i 3 milioni di persone in tutto il mondo. Alle quali vengono offerti tagliandi per un valore compreso tra i 5 e i 10 euro per aver risposto a dei sondaggi.
Dietro a questa realtà c’è Nicolò Fisogni che, dopo aver lavorato per un’azienda simile a Parigi, ha deciso di replicare il modello di business una volta rientrato nel Varesotto. «Quello che facciamo è profilare i consumatori che si iscrivono sulla nostra piattaforma», spiega l’imprenditore. Per iscriversi, è sufficiente indicare età, genere e luogo di residenza.
È possibile, però, fornire anche informazioni aggiuntive. Ad esempio «se si possiede un’auto, cosa si acquista al supermercato, se si ha un conto in banca». Tutti elementi che arricchiscono il profilo e permettono all’azienda di meglio individuare gli iscritti da coinvolgere nei sondaggi. Sondaggi che vengono commissionati dai clienti di Surveyeah, ovvero «grandi istituti di ricerca che poi vendono le loro indagini di mercato».
Agli iscritti servono in media tra i 5 e i 10 minuti per completare un sondaggio. In cambio si ottengono dei punti che, una volta accumulati, danno diritto a dei buoni acquisto. Ma c’è anche la possibilità di convertire questi buoni in denaro, tramite l’app PayPal. «Diciamo che la scelta dei premi dipende da nazione a nazione». Sì, questo è l’elemento centrale nella storia di questa azienda: l’internazionalizzazione.
«Abbiamo capito subito», ricorda Fisogni, «che in Italia il mercato sarebbe stato molto limitato». Di qui la scelta di tradurre da subito il portale in altre lingue, per aprirsi a nuove opportunità. Il risultato è che oggi il 96% del fatturato arriva dall’estero. Fatturato che ha una ricaduta importante anche a livello territoriale.
L’azienda sostiene infatti una parte dei costi di gestione del museo Fisogni, un’esposizione di pompe di benzina vintage fondato da Guido, il padre di Nicolò. A conferma del fatto che l’azienda, che ha sede legale a Milano e un team sparso tra Venezia e Roma, ha mantenuto un forte legame con il territorio in cui è nata.
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