Campagna vaccinale d’autunno contro il covid: la Lombardia si prepara a chiamare over60 e fragili
In questi giorni, l'unità di crisi della direzione regionale dell'assessorato al Welfare sta vagliando i piani messi a punto dalle singole Ats. Tra Varese e Como si faranno tra i 5000 e gli 8000 vaccini al giorno
Un autunno di vaccinazioni ma senza affanno. In vista della stagione fredda, l’unità di crisi della Direzione regionale del Welfare, sta predisponendo i piani di realizzazione della campagna anticovid a cui saremo chiamati dopo l’estate: « Al momento abbiamo indicazioni di un’attività che si rivolgerà agli over60, ai fragili e ai pazienti domiciliari – spiega il dottor Marco Magrini, uno dei tre componenti della squadra operativa dell’unità di crisi – Abbiamo ricevuto i piani organizzativi dalle singole Ats e li stiamo vagliando. Abbiamo evidenziato i punti di forza e le possibili criticità. Successivamente il direttore generale Pavesi convocherà i direttori delle singole Agenzie di Tutela della salute per risolvere le questioni e approvare le proposte».
I programmi autunnali prevedono tra le 35.000 e le 60.000 vaccinazioni al giorno
Dal Ministero della Salute, fino a oggi, non sono arrivate indicazioni diverse rispetto al programma vaccinale prestabilito. La Lombardia sarà chiamata a vaccinare tra le 35.000 e le 60.000 persone al giorno a seconda della gravità della situazione e della disponibilità dei vaccini. A settembre, infatti, dovrebbero arrivare le nuove dosi, capaci di offrire copertura anche alle varianti Omicron che oggi sono assolutamente prevalenti in Italia.
Ata Insubria sarà chiamata a garantire tra le 5000 e le 8000 vaccinazioni
« Dato che Ats Insubria rappresenta il 14% della capacità lombarda – spiega Magrini – le tre Asst di riferimento ( Varese e Como) dovranno organizzarsi per garantire tra le 5000 e le 8000 vaccinazioni ai giorno. Ats ha indicato tre centri di riferimento: l’ex deposito dell’Aeronautica di Gallarate per l’Asst Valle Olona con le sue 10 linee vaccinali ( che possono ampliarsi all’occorrenza fino a 60) , le aule formazioni all’ospedale di Varese dell’Asst Sette Laghi e il Centro di Lario Fiere per l’Asst Lariana. Le criticità principali sono legate ai costi di gestione delle sedi, perchè vanno eliminati gli sprechi, e all’opportunità di mantenere centri all’interno degli ospedali».
Sicuramente confermate saranno le tre sedi gestite dai medici di medicina generale: ad Arcisate, a Saronno e a Lurate Caccivio. Completerà l’offerta la rete delle farmacie che nel territorio di Ats può contare su 70 aderenti.
In caso di emergenze si attiverà il maxi centro di Gallarate
«Con le richieste attuali il piano organizzativo sarà definito – commenta l’esponente dell’unità operativa dell’assessorato al Welfare – nel caso le direttive cambiassero, in provincia di Varese potrà attivarsi il maxicentro di Gallarate con la massima potenza, sicuramente coinvolgendo anche le aziende ospedaliere limitrofe, comprese quelle dell’alto milanese che troverebbero a Gallarate un’offerta già strutturata».
Il polo di Gallarate resta al centro dei progetti regionali di costruzione di un punto di riferimento delle emergenze urgenze. Il governatore Fontana lo ha ribadito nei giorni scorsi e si stanno predisponendo gli atti per trasferire, in uno dei capannoni vuoti, i letti di terapia intensiva attualmente ancora ospitati nell’ospedale in Fiera chiuso dal 22 febbraio scorso.
I 4 capannoni vuoti erano stati approvati nel corso del sopralluogo dall’allora Commissario straordinario Figliuolo come centro di riferimento regionale per le maxi emergenze. Un’area su cui investire i fondi del PNRR per realizzare un’area di degenza ad alta intensità ( 100 letti) ma anche laboratori per le analisi e la ricerca.
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