La neve è finita e il Lago Maggiore non è mai stato così basso, la siccità da record fa sempre più paura
La siccità che stringe da mesi il nord Italia segna nuovi record giorno dopo giorno con le scorte di neve ormai a zero e il Lago Maggiore mai così basso dal 1942. Per l'Autorità Distrettuale del Fiume Po è la peggiore crisi da 70 anni ad oggi
La neve sulle montagne è finita, la pioggia e i temporali si fanno desiderare e le temperature sono alte. È la tempesta perfetta quella della siccità che sta colpendo il Nord Italia e che, giorno dopo giorno, sta bruciando un record -negativo- dietro l’altro. Un mix di fattori che abbraccia tutta la Pianura Padana e che vede nel Lago Maggiore una delle aree più in sofferenza.
La neve è finita
L’ultimo bollettino di Arpa Lombardia sullo stato del Verbano è una fotografia davvero preoccupante. Solitamente in questo documento si sommano tre elementi che abbracciano Piemonte, Lombardia e Svizzera: l’acqua presente nel lago, quella dei vari invasi che lì si immettono e quella della neve presente sulle montagne. Quest’ultima voce però è stata depennata perchè la neve è letteralmente finita. “Presenta valori residuali, ormai trascurabili” si legge.
Cinque parole che celano il grande dramma di un’inverno senza neve che non ha fornito quella riserva strategica per affrontare il caldo di un’estate che, formalmente, non è ancora iniziata. La neve sulle montagne è infatti da sempre il Jolly che si cala in caso di estati calde e senza precipitazioni, perchè sciogliendosi rilascia preziose riserve. Normalmente i milioni di metri cubi di acqua immagazzinati in questa scorta a questo punto dell’anno dovrebbero essere 223, quest’anno sono zero.
Il Lago Maggiore mai così basso
C’è anche un ulteriore record da conteggiare, quello del livello del Lago Maggiore. Il dato più basso mai registrato dal 1942 ad oggi in questo periodo dell’anno era di circa 16 centimetri sopra lo zero idrometrico. Oggi siamo più di 20 centimetri sotto quella quota, a -6 centimetri sullo zero idrometrico. Un dato che confrontato con le medie degli ultimi 80 anni diventa ancora più drammatico dal momento che il valore medio del periodo vorrebbe il Verbano a +110 centimetri sullo zero.
E se l’acqua nel lago non c’è non c’è neanche quella che entra nel Ticino. Anche qui si registra un nuovo record, quello della portata di acqua minima mai erogata dalla diga della Miorina nel Fiume Azzurro. Normalmente in questo periodo dell’anno il Verbano dovrebbe erogare nel Ticino 477 metri cubi di acqua al secondo ma oggi siamo a soli 138, praticamente un terzo. Un valore che supera il precedente minimo che risale al 1953 e che era di 145 metri cubi al secondo.
La spettacolare diga sul Ticino al Panperduto ora è completamente secca
Tagliata (ancora) l’acqua all’agricoltura
Senza acqua nel Verbano e senza acqua nel Ticino anche i canali rimangono a secco. Il 13 giugno, infatti, il Consorzio del Ticino -l’ente che regola il livello del Lago- ha infatti comunicato la necessità di operare una riduzione del 50% delle portate al sistema dei canali.
E in questo quadro è emblematico quello che sta succedendo al Consorzio Est Ticino Villoresi. Tra Naviglio Grande e Villoresi normalmente vengono assorbiti 119 metri cubi di acqua al secondo ma in questa stagione si era già scesi a 95: 35 sul Villoresi e 60 sul Naviglio. “Per assorbire la riduzione di portata -si legge in una nota- si è deciso di mantenere 35 mc/s verso il Canale Villoresi sino al termine della turnazione irrigua attualmente in corso (ovvero sino al 24 giugno). La riduzione richiesta del Consorzio del Ticino verrà pertanto effettuata sulla derivazione del Naviglio Grande, che passerà da 60 a 24,5 mc/s”. Un taglio, quindi di più della metà.
La situazione generale del Po
Se l’area del Verbano non sorride, l’intero bacino del Po non è da meno. “Il lento e continuo esaurimento delle portate lungo l’intera l’asta del Po prosegue in tutte le sezioni di riferimento -si legge in una nota dell’Autorità Distrettuale del Fiume-. Le ultime precipitazioni dunque, essendo per lo più a carattere temporalesco e quasi sempre localizzate, non hanno portato benefici e non sono state sufficienti a colmare il gap precipitativo da inizio anno, che risulta oggi molto marcato; le temperature odierne sono tipiche dell’estate inoltrata e la prima ondata di calore ha portato massimi record per il periodo con medie oltre i +3/4° gradi: un quadro climatico che non esclude, a breve, anche la possibilità di notti tropicali: tutti fattori che incrementano il fabbisogno idrico delle colture nei campi e, purtroppo, anche il fenomeno dell’evapotraspirazione che ha asciugato i suoli, già pesantemente inariditi dalle scarse piogge e il cui tenore di umidità è oggi al minimo”.
E così “Il distretto Padano registra la peggior crisi da 70 anni ad oggi e la situazione generale emersa dall’ultimo Osservatorio non regala facili ottimismi per i prossimi mesi in cui si prospettano una scarsità persistente della risorsa e una mancanza di precipitazioni corredata da alte temperature“.
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