Mamma e figlia ucraine ospitate a Solaro in un appartamento comunale a Palazzo Biraghi
Precedentemente ospitate da una generosa cittadina solarese, da ora si avvarranno della possibilità costituita dal progetto Sai al quale il Comune di Solaro aderisce ormai da qualche anno
Dal mese di maggio un nucleo familiare, madre e figlia, cittadine ucraine in fuga dalla guerra, sono ospitate in uno degli appartamenti di Palazzo Biraghi, struttura di accoglienza sociale di proprietà del Comune di Solaro.
Precedentemente ospitate da una generosa cittadina solarese, da ora si avvarranno della possibilità costituita dal progetto Sai al quale il Comune di Solaro aderisce ormai da qualche anno. Il Sistema di Accoglienza e Integrazione è costituito dalla rete degli enti locali che, per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata, accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo. A livello territoriale, gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di accoglienza integrata che, oltre ad assicurare servizi di vitto e alloggio, prevedono in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico. In questo specifico caso, l’appartamento viene concesso per sei mesi, rinnovabili per altri sei.
Il sindaco di Solaro Nilde Moretti: «In tutto sono una quarantina i profughi ospitati a Solaro, alcuni dei quali arrivati nei primissimi giorni dell’emergenza a marzo altri invece nelle settimane successive. Alcune famiglie sono già ripartite per tornare in patria, in zone meno colpite dal conflitto, ma per chi è rimasto sono stati attivati progetti di accoglienza ad hoc grazie alla collaborazione degli enti locali e delle realtà del terzo settore. Come Comune di Solaro stiamo cercando di fare la nostra parte ed in questo rientra anche l’ospitalità diretta di una famiglia, madre e figlia, in uno degli alloggi a funzioni sociali che abbiamo a disposizione. Il progetto in essere tende ad affiancare la necessità di una locazione sicura e adatta ad un sistema di accoglienza ed integrazione attraverso il lavoro degli assistenti sociali in attività che sviluppino l’inclusione del nucleo familiare verso una dignitosa autonomia personale ed economica».
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