Punto nascite, dipendenti, anestesisti: il punto sul futuro dell’Ospedale di Saronno
Le notizie principali emerse dal dibattito organizzato da RadioOrizzonti e da IlSaronno con i consiglieri regionali Samuele Astuti ed Emanuele Monti
Il punto nascite dell’ospedale di Saronno difficilmente tornerà nel presidio di piazzale Borella, arriveranno nuovi medici e infermieri, per gli anestesisti è al lavoro una cooperativa che tampona la situazione di emergenza.
Sono queste le notizie principali emerse dal dibattito organizzato da RadioOrizzonti e da IlSaronno con i consiglieri regionali Samuele Astuti ed Emanuele Monti, il primo del Partito Democratico, il secondo della Lega, rispettivamente membro e presidente della commissione Sanità in Regione Lombardia.
Monti ha rassicurato ancora una volta sul fatto che l’ospedale di Saronno non chiuderà e che Regione Lombardia ha progetti per il rilancio: postazione del 118 fissa, la degenza ad alta rotazione partita ad aprile con 6 posti letto, la collaborazione ospedale/territorio grazie alle case di comunità che apriranno in città (in via Fiume e in via Stampa Soncino), uno spazio per Avis e il ripristino del servizio del punto prelievi. Oltre a questo ha elencato una serie di specialità che restano a Saronno Riabilitazione Intensiva, Degenze di Oncologia, l’Unità di Cardiologia ed Ematologia, Ambulatori Pediatrici da settembre, Ginecologia, Psichiatria e Chirurgia con 55 posti letto.
Astuti ha ribadito le preoccupazioni sul futuro dell’ospedale, puntando l’attenzione su Anestesia e Rianimazione, fondamentali per il funzionamento della struttura almeno fino a settembre. Per Astuti serve ridare una caratura importante all’ospedale di Saronno, coinvolgendolo negli accordi di programma sul futuro ospedale unico, rimettendo in gioco una struttura importante per il territorio.
Sul personale Monti ha ricordato che ci sono bandi ai quali hanno partecipato diversi professionisti per diverse specialità che dovrebbero riuscire a tamponare le carenze che sono emerse dal 2019 ad oggi, mentre Astuti ha ribadito che un conto sono i bandi, un conto sono le reali possibilità di assunzioni in una struttura che ha perso attrattività perché non ha una vocazione precisa. Per quanto riguarda gli anestesisti, la situazione è più complessa, vista la carenza di professionisti a livello nazionale.
Il tema del punto nascite è uno dei più sentiti dai saronnesi, ma su questo punto le buone notizie per chi spera di rivedere i bambini nascere a Saronno sono poche: chiuso (anzi spostato a Busto Arsizio) in concomitanza con la pandemia, la filosofia della Asst Valle Olona è quella di puntare sulla distribuzione sul territorio del servizio di accompagnamento alla nascita, piuttosto che riaprire un reparto che lavorava con numeri giudicati insufficienti (la legge ministeriale prevede 500 nascite, Saronno era a 470 pre pandemia e i numeri sono in discesa a causa del calo della natalità che attanaglia tutto il Paese). Secondo Monti le Case di Comunità potranno aiutare a supportare le mamme partorienti e i loro bambini, come i servizi delle ostetriche sul territorio, più dubbioso Astuti sul fatto che questa prospettiva possa essere avviata in Lombardia e a Saronno, in ritardo rispetto ad altre regioni italiane. Ma un punto nascite a Saronno è, al momento, un’idea lontana dalla realtà.
Gli incontri sull’ospedale proseguiranno a maggio con questo programma:
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