Nota della presidente dell’associazione “La Rivincita” di Saronno Carmen Federico

Il dubbio è sorto in particolar modo in questo periodo di profonda crisi, stagnazione e recessione sia economica che culturale.

Se non ci fossero le Associazioni Culturali ed i Commercianti Saronnesi, saremmo davvero poveri: avremmo perduto totalmente la nostra storia già profondamente minacciata e talvolta distrutta dal progresso, dall’espansione edilizia, dalla crisi e qualsiasi altra cosa ci sia stata nell’ultimo secolo.

Tuttavia, qualcuno tiene duro, motivo della voglia che ho avuto di scrivere il presente articolo focalizzando l’attenzione sulla
necessità di collegare la cultura al commercio per reperire i fondi necessari. Ed invero, il denaro dato ad un bell’evento come una festa popolare, stimola una seria campagna di educazione alla cultura e di crescita culturale.

Bene, “La Rivincita” Associazione Culturale Ambientale e Ricreativa attiva in città da oltre un anno, di concerto con alcuni commercianti affiliati, ha deciso di #faresquadra dunque di accendere i riflettori sulla necessità di un accrescimento culturale che porta ad un aumento del rispetto ed in tal senso è proprio il Commercio ad essere collegato alla Cultura e quindi ad essa subordinato e non il contrario!

Ci si pone allora il seguente quesito: “cos’è la cultura legata al commercio? “- E’ un appendice dipendente e subordinata al bene maggiore: gli introiti del commercio.

I Commercianti affiliati che ad oggi hanno supportato le iniziative de “La Rivincita”, si sono resi pertanto disponibili ad applicare una sorta di “scontistica”a tutti gli associati muniti di tessera.

Gli esercizi commerciali sono i seguenti:

-Daniela Stilemoda, Via Caduti della Liberazione, 42 – Saronno;
-Donna più hair stjle, via Genova n. 6, Saronno;
-La Buongustaia – pranzi e aperitivi, Corso Italia n. 121/E, Saronno
-La Perla Ristorante – Via Guglielmo Marconi n. 27, Saronno
-Ristorante “Positano” – Piazza Borrella n. 18, Saronno
-Tipografia Caregnato – Via Trieste n. 10, Gerenzano

Solo una sana e PUBBLICA concertazione tra cultura, commercio ed amministrazioni anche, favorisce e stimola l’organizzazione di un modo efficace che effettivamente faccia confluire i fondi reperiti dal commercio alla difesa del bene culturale e non faccia diventare il finanziamento della Cultura un’opera di bene.

Perchè pubblico? Perchè tutti debbono sapere gli sforzi fatti, gli interessi in gioco e i fondi che andranno alle singole opere, eventi ed iniziative culturali.

Questa è la mia idea, la vostra?