Spaccio nel Rugareto a Rescaldina, Fratelli d’Italia: «Adesso basta, militarizzare il bosco»
Fratelli d'Italia chiede alla giunta di «riconoscere l'esistenza di un problema gigantesco che può essere sconfitto solo con misure drastiche»
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«Adesso basta». Dopo una settimana segnata prima dal ritrovamento nei boschi dello spaccio di Rescaldina del cadavere di Bouda Ouadia, immigrato irregolare e senza fissa dimora che secondo la pista al momento considerata più accreditata dagli inquirenti avrebbe perso la vita per un regolamento di conti, e poi dall’accoltellamento di un uomo ferito a Castellanza e soccorso in paese, proprio a pochi metri dall’area verde, non accenna a rallentare il vortice di polemiche sollevato dalle opposizioni sulla sicurezza. E dopo il Movimento 5 Stelle e il Centrodestra Unito, è Fratelli d’Italia a chiedere alla giunta un cambio di passo.
«La maggioranza che sostiene la giunta di centrosinistra targata Vivere Rescaldina ha passato gli ultimi otto anni a raccontare la favola di un “paese in cui è bello vivere”, ignorando o minimizzando troppo spesso i casi di gravissima criminalità che infangavano il nome della nostra città e terrorizzavano migliaia di nostri concittadini – sottolinea il circolo cittadino del partito -. Per anni, chi ci amministra ha ripetuto che si trattava di casi isolati. Poi, sono passati al gioco dello scarica-barile, smarcandosi da ogni responsabilità e puntando il dito o sulla precedente amministrazione o sulla Regione Lombardia, a seconda della convenienza. Ultimamente, sono riusciti a dare la colpa addirittura ai disagi causati dalla pandemia. Tutto, pur di non ammettere che la loro gestione è stata e continua ad essere fallimentare».
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«Incalzati dagli avvenimenti di questi giorni – aggiungono da Fratelli d’Italia – hanno, per voce del sindaco Gilles Ielo, lanciato iniziative e proposte – ci sia consentito dire, con il massimo del rispetto istituzionale ma con altrettanta indignazione – al limite del ridicolo. Passeggiate nei boschi, gli stessi controllati da bande di criminali, italiani e clandestini, spacciatori armati e senza nulla da perdere. E ancora: un supporto psicologico/sanitario ai tossicodipendenti che invadono il nostro paese. Di più: chiudere il bosco al transito. Divieti di sosta, in pratica, contro lo strapotere incontrastato della criminalità organizzata. Perché di questo si tratta, e avere il coraggio di chiamare le cose col proprio nome è il primo passo per affrontarle».
La soluzione, per il circolo rescaldinese del partito, è la stessa che aveva proposto l’assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato nei giorni scorsi: militarizzare i boschi. «Chiediamo a gran voce di risvegliarsi dal torpore e dalla cecità ideologica, riconoscendo pubblicamente l’esistenza di un problema gigantesco che può essere sconfitto solo con serietà e misure drastiche ma necessarie. Chiediamo all’amministrazione di aderire senza remore a ogni progetto di sicurezza messo a disposizione da Regione Lombardia: fototrappole, droni, body-cam per le Forze dell’Ordine, veicoli, uomini. Chiediamo all’amministrazione di pretendere in ogni sede la militarizzazione del famigerato bosco del Rugareto. Chiediamo all’amministrazione di smetterla di nascondersi dietro a un dito o di puntare quel dito contro chissà chi. Chiediamo all’amministrazione serietà e rispetto delle forze di opposizione, consiliari e non, che si adoperano per controllare l’operato di questa giunta e offrire il proprio supporto in una situazione tanto drammatica. Rescaldina è in stato di emergenza, anche se chi la amministra non vuole accorgersene. Se il sindaco Ielo e i suoi sodali non ne prenderanno atto subito, avranno una sola cosa da fare per il bene di Rescaldina e dei rescaldinesi: ammainare bandiera bianca e levare le tende. La misura è colma».
Omicidio e spaccio a Rescaldina, De Corato: “militarizziamo il bosco del Rugareto”
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