Medici in fuga dagli ospedali: all’Asst Valle Olona il numero di abbandoni tra i più alti in Lombardia
Lo studio è stato realizzato dall'associazione di categoria ANAAO che fotografa la situazione negli anni tra il 2016 e il 2020. Ed è stato proprio l'anno della pandemia il peggiore per gli ospedali del basso Varesotto. Scarse, invece, le dimissioni alla Sette Laghi
Nel 2020, l’Asst Valle Olona ha registrato un tasso di abbandono da parte dei propri medici tra i più alti in Lombardia. Solo le aziende dell’Alto Lario e della Valcamonica hanno fatto peggio. Lo studio comparato è stato fatto dal sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed e riguarda gli anni tra il 2016, quando è entrata in vigore la riforma Maroni, e il 2020. Un’analisi che si basa sul Conto Annuale del Ministero dell’Economia e delle Finanze e non prende in considerazione i professionisti in pensionamento o coloro che hanno chiesto mobilità all’interno del sistema pubblico.
Per l’azienda ospedaliera di Busto già il 2018 era stato un anno particolarmente pesante e, secondo Anaao, era legato soprattutto all’accorpamento delle due “A.O.” di Busto e di Gallarate : «Alcune ASST, come Valle Olona e Valtellina, hanno visto cessioni di ospedali (rispettivamente Gallarate e Menaggio) che hanno provocato picchi di uscite nel 2018».
Lo studio parla dei medici che hanno scelto di cambiare lavoro e non di interromperlo o smettere del tutto: «La mobilità non viene considerata perché ormai le aziende non concedono più il nulla osta, motivo per cui i medici scelgono solitamente di dimettersi. Le scelte più note sono quelle verso la medicina generale, il privato oppure la libera professione. In ogni caso sono scelte dettate, secondo quanto emerso, dal malessere nel proseguire il rapporto di lavoro con la pubblica amministrazione».
Nelle corsie del pubblico, si è assistito a una progressiva riduzione delle figure presenti, che ha portato sì a contenere i costi ma ha creato un carico di lavoro, di stress e di insoddisfazione tale da indurre il personale a licenziarsi. Il carico di burocrazia, inoltre, è andato aumentando e si riscontra, a livello generale, un’assenza di autonomia decisionale e una soffocata premiazione della professionalità totalmente disincentivata. Di contro aumentano vertiginosamente il numero di denunce legali e aggressioni verbali e fisiche oltre che uno spegnimento progressivo delle ambizioni di carriera: in Lombardia, nel 2009, i direttori di Struttura Complessa erano 1234 mentre nel 2019 solo 967 (il 21% in meno). Calo drastico anche per i Responsabili di Struttura Semplice, nel 2009 erano 2280, nel 2019 il 23,3% in meno, ovvero 1751.
Il grafico di Anaao evidenzia l’impennata di abbandoni tra gli anni 2016 e il 2018 passando da quasi 100 casi del 2013 al trend ormai consolidato di circa 500 ogni anno da quattro anni a questa parte.
«Ci sono aziende in cui le uscite possono essere giustificate a causa della loro natura di aziende periferiche, per cui la loro attrattività è minore, in un momento come questo dove la carenza di medici specialisti apre il mercato del lavoro, spingendo i medici a scegliere posti più graditi o prestigiosi. – puntualizza Stefano Magnone, Segretario di ANAAO-ASSOMED Lombardia -La situazione è critica: i medici lasciano gli ospedali pubblici verso altre soluzioni, che meglio soddisfino le loro aspettative professionali e umane. Alla politica le soluzioni: valorizzazione delle carriere, benessere organizzativo, leadership e management attenti al capitale umano, che è la risorsa più preziosa del Servizio Sanitario Regionale. Per il momento la risposta è sostanzialmente il silenzio».
Se, però, da un lato l’Asst Valle Olona sta soffrendo una situazione che la pandemia ha contribuito a complicare, dall’altro lato, però, occorre evidenziare il basso tasso di fuga dall’Asst Sette Laghi che, negli stessi anni, evidenzia numeri di abbandoni tra i più bassi della Lombardia.
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