Una mattina attorno al bosco della droga di Rescaldina: “Centinaia di clienti ogni giorno”
I più giovani arrivano a piedi, gli adulti usano il servizio "drive in". Ci siamo fatti raccontare da chi osserva la situazione da vicino cosa succede in via Castellanza
«Li vedi quei due? Potrebbero essere i miei figli. Ogni giorno ne vediamo passare a decine. Vengono da fuori col treno, entrano ed escono dal bosco coi cappucci delle felpe in testa per non farsi vedere in faccia». A parlare è un operaio della Emerson di Rescaldina che da mesi, insieme ai colleghi, picchetta l’ingresso dell’azienda che dà su via Castellanza a Rescaldina, a difesa del posto di lavoro che rischiano di perdere. Un suo collega, più giovane, indica altri personaggi che passano in bicicletta: «Questi continuano a girare. Sono le vedette, avvisano gli spacciatori all’interno quando vedono arrivare Polizia e Carabinieri» – spesso sono tossici italiani che ricevono in cambio dosi ma ci sono anche stranieri senza lavoro che racimolano qualche soldo per sbarcare il lunario.
Dalla Emerson, dove si lotta per continuare a portare il pane a casa, ci spostiamo lungo la via che costeggia alcune aziende e la ferrovia da una parte e il bosco dall’altra. Il traffico di auto private è insolitamente intenso per una strada che dovrebbe essere frequentata soprattutto da camion e furgoni che servono le varie aziende. Ai bordi della strada tanta sporcizia, accendini, birre, bottiglie di plastica, copertoni e poi – ogni tanto – un sentiero che entra nel bosco dell’illegalità.
Il traffico innaturale è fatto di clienti (qui la storia di uno di loro) che arrivano al sentiero, si fermano a bordo strada e attendono che uno degli spacciatori consegni la dose preordinata via telefono per poi ripartire. Parlando con alcuni operai che sono all’opera lungo la strada ci facciamo un’idea: «Dalle 10 alle 13 avrò visto almeno 60 macchine fermarsi e ripartire. Ed è così tutti i giorni dal mattino alla sera – ci racconta uno di loro che prosegue – si fermano donne, uomini, giovani, meno giovani, utilitarie, macchine di lusso. La clientela è di tutti i tipi». Tornando verso l’auto passiamo davanti al sentiero e sentiamo diverse voci che parlano in arabo, urlano qualcosa nella nostra direzione e poi spariscono nella fitta boscaglia.
Questo è lo scenario che nessuno, al momento, è riuscito a cancellare nel bosco del Rugareto ma che sta facendo preoccupare molto i residenti dei quartieri a ridosso dell’area verde. Parlando con la commessa di un piccolo minimarket di fronte al quale questa mattina (giovedì) è stato trovato un uomo sanguinante si percepisce la tensione: «L’uomo soccorso questa mattina proveniva dal bosco, non c’è il minimo dubbio. Spesso i ragazzi entrano e rubacchiano qualcosa da mangiare perchè i soldi li usano per comprare la droga. Sta diventando insostenibile e in un caso sono anche arrivata alle mani con uno di loro. C’è da avere paura, davvero».
La stessa situazione la vivono i residenti nei pressi dei boschi dell’Alto Varesotto, di Lonate Pozzolo, di Castellanza, di Marnate, Cantello, Cislago. Sono moltissimi i luoghi di spaccio in provincia e qualche tempo fa li abbiamo raccolti in una mappa che potete trovare qui.
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