Il centro vaccinale di Saronno fa scuola per la futura Casa di Comunità
In Municipio questo pomeriggio sono stati presentati i risultati del questionario anonimo sottoposto ai medici che hanno prestato servizio all'interno del centro vaccinale di via Parini. Dalla Cooperativa Medici Insubria: "Soddisfatti di quanto fatto. Professionalità diverse a servizio del cittadino sono una strategia vincente"
“Insieme si possono raggiungere obiettivi speciali”. È quanto è stato più volte ripetuto nel pomeriggio di mercoledì 30 marzo in Municipio a Saronno, durante la presentazione dei risultati del questionario anonimo sottoposto ai 75 medici che hanno prestato servizio all’interno del centro vaccinale di Saronno.
Il formulario, predisposto dalla Cooperativa Medici Insubria che gestisce il centro vaccinale, aveva lo scopo di indagare il livello di servizio reso e individuare possibili aspetti da migliorare per rispondere meglio alle esigenze di cittadini e medici.
I risultati sono stati presentati dal direttore della cooperativa Medici Insubria Emanuele Monti e dalla referente dei medici del Centro di riferimento territoriale di Saronno e Caronno Pertusella, la dottoressa Fabiola Barosso e dal sindaco Augusto Airoldi.
Inaugurato nell’aprile 2021, il centro vaccinale di Saronno veleggia ormai verso il primo anno di attività e ad oggi ha permesso di inoculare oltre 150 mila dosi vaccinali. Tantissime le professionalità che per mesi hanno lavorato giornalmente all’interno del centro: dai medici di medicina generale del Saronnese, ai circa 15 medici in pensione che si sono offerti come volontari, «il cui apporto è stato fondamentale» ha puntualizzato Monti, perché hanno permesso di inoculare 23 mila dosi», alle infermiere dell’ospedale di Saronno che prestano servizio all’interno del centro, fino alle centinaia di volontari coinvolti.
(In foto, il centro vaccinale di Saronno)
«Nessuno di noi se lo sarebbe mai aspettato – ha commentato il dottor Emanuele Monti -. Il numero di vaccinazioni è diminuito nell’ultimo periodo, ma nelle ultime settimane abbiamo visto una ripresa delle attività dell’hub di Saronno: non siamo più aperti tutti i giorni, ma per circa quattro mezze giornate a settimana, dove l’afflusso rimanere sempre comunque molto alto rispetto ad altri hub». Un elemento che conferma la scelta strategica di avere un hub vaccinale a Saronno, in un territorio che serve quattro province (Varese, Milano, Como, Monza e Brianza).
Come si evince dai risultati del questionario, a cui ha risposto il 77% degli intervistati, il giudizio è stato molto positivo a tutti i livelli, dalle attività svolte dalla cooperativa per la pianificazione e l’organizzazione del servizio, all’utilità del personale amministrativo presente all’interno della struttura. «Mi ha fatto molto piacere leggere i feedback positivi da parte dei medici – ha dichiarato Monti -. Ringrazio tutte le professionalità che hanno lavorato all’interno dell’hub e anche la Polizia locale, che ha garantito il costante approvvigionamento dei vaccini».
E ancora: «Come cooperativa siamo soddisfatti per quanto è stato fatto. Sicuramente l’attività andrà avanti per tutto il mese di aprile, sul futuro invece non c’è ancora un quadro chiaro».
Dello stesso parere la dottoressa Fabiola Barosso: «È stata un’esperienza molto formativa, che è costata in termini di energie mentali e fisiche, che però rifaremmo sia da un punto di vista etico, sia per come è stata organizzata. Le indicazioni erano perennemente in divenire e senza i referenti del personale amministrativo, noi medici saremmo stati davvero in difficoltà a tenere il passo con i cambiamenti. Ci è stato permesso di tornare a fare i medici».
«Ognuno è stato coinvolto in base alla propria professinalità» ha aggiunto il dottor Monti, a cui ha fatto poi eco il sindaco Airoldi: «L’impegno di molti, ciascuno nel suo ruolo, è stata una delle chiavi che ha permesso l’ottima riuscita del centro vaccinale di Saronno».
Nota positiva anche per le vaccinazioni anti-covid a domicilio: «L’hub di Saronno è stato punto di riferimento non solo per i medici di medicina generale del Saronnese, ma anche quelli da altri territori, ad esempio Busto Arsizio e Fagnano Olona» ha aggiunto Monti.
«La medicina territoriale ha dimostrato ancora una volta la sua validità, quando funziona dà dei risultati straordinari – ha commentato il sindaco Airoldi –. I momenti iniziali sono stati davvero incerti da parte di tutti e mi permetto di ricordare qualche critica da parte di qualche politico locale. Un anno dopo siamo qui a parlare di oltre 150 mila inoculazioni effettuate».
Un’esperienza più che positiva, accumulata in ormai quasi dodici mesi di attività, che pone certamente le basi per l’organizzazione e la strutturazione della futura Casa di Comunità che dovrà sorgere a Saronno entro la fine dell’anno.
«È necessario innanzitutto valutare quali sono i servizi presenti sul territorio e poi occorre una regia di coordinamento e di organizzazione – ha concluso il dottor Monti -. I servizi ci sono, ma sono tutti destrutturati. Non possiamo più pensare di lavorare a compartimenti stagni, è necessaria una logica multidimensionale, dove diverse professionalità e servizi si uniscono per il benessere del paziente».
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