Il virologo Massimo Galli a Saronno a confronto con gli studenti sui temi della pandemia
Coronavirus e vaccini sono stati i temi centrali della lezione tenuta questa mattina dal professor Massimo Galli agli studenti del Liceo Energetico Ambientale e Biomedico di Saronno
È stata la pandemia il tema centrale della lezione tenuta questa mattina dal professor Massimo Galli agli studenti del Liceo Energetico Ambientale e Biomedico dell’Istituto Prealpi di Saronno.
Diversi i temi toccati dall’infettivologo, ex direttore del Dipartimento di Malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano, a partire dalla trattazione mediatica della pandemia: «Qualcuno l’ha chiamata infodemia, cioè una quantità di informazioni eccessiva su un dato argomento. I media però ne hanno parlato tanto perché c’è stata una richiesta smodata di informazioni da parte del pubblico».
Un fenomeno, quello pandemico, che per Galli non ha precedenti nella storia recente e passata, con 482 milioni di casi registrati, 6,13 milioni di decessi e 11,2 miliardi di dosi di vaccino somministrate, di cui 4,54 miliardi di persone con vaccinazione completata. «I morti ufficialmente riconosciuti sono stimati in 6,13 milioni di casi covid al mondo. Dovrebbero essere poi considerate anche quelle persone che purtroppo sono morte per mancanza di interventi tempestivi per evitare decessi per altri tipi di malattie».
Pandemia non ancora finita, evidenzia Galli: «Negli ultimi 28 giorni a livello mondiali ci sono stati oltre 45 milioni di casi registrati e oltre 174 mila decessi. È una situazione che ancora ha parecchio da dire».
Difficile ipotizzare cosa accadrà in futuro, in particolare il prossimo autunno, «anche se il virus ha già intrapreso delle vie che ne riducono la patogenicità» ha aggiunto Galli, «il punto fondamentale di non ricadere in un’altra ondata di covid, è evitare che gli ospedali si intasino un’altra volta. Ricordiamo che in tutto il paese c’è una lunga lista di attesa di interventi per altre patologie, sono persone che stanno aspettando di essere operate magari anche per tumore, perché nel frattempo gli ospedali erano intasati dai casi covid».
L’ex direttore del Dipartimento di Malattie infettive presso il Sacco di Milano ha poi toccato il tema dei vaccini contro il Coronavirus: «Sul vaccino se ne sono dette di ogni colore. Possiamo dire che i vaccini hanno una copertura di durata limitata soprattutto per quanto riguarda la protezione da infezione, va invece molto meglio per quanto riguarda per la protezione dalla malattia grave. Questi vaccini sono fondamentali quindi per non andare in ospedale».
Su una possibile quarta dose per l’intera popolazione il professor ha aggiunto: «I dati israeliani appena pubblicati indicano che una quarta dose sulla popolazione generale sotto i 60 anni, con questi vaccini non aggiunge molto a quello che già abbiamo. Propenderei quindi più ad un approccio personalizzato sulla popolazione in base alle singole esigenze e non ad un approccio generale, come suggerito da alcuni colleghi».
Ultimi temi toccati infine, i problemi strutturali della sanità italiana e la carenza di medici nella sanità pubblica, dovuta per l’infettivologo a «decenni di tagli, che si aggiungono a quelli fatti sull’università e sulla ricerca», uniti ad «una visione miope negli ultimi 30 anni, che non ha capito che i medici non sono eterni e che negli anni si sarebbero persi una grande quantità di specialisti, che infatti ora stanno andando in pensione senza essere sostituiti nel tempo da un numero sufficienti di medici».
«Non basta ora aumentare il numero degli iscritti alle facoltà di medicina – ha concluso Galli -. Serve aumentare le disponibilità di spazi negli anni pre clinici per poi arrivare a garantire il passaggio di coloro che superano il triennio ad una formazione ospedaliera accettabile, quindi questo vuol dire agire anche sul corpo docente e sui laboratori, perché la formazione avvenga».
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