Giovani e tattoo: il tatuaggio piace ancora?
Sembrerebbe proprio che appena dopo il lockdown gli studi dei tatuatori siano stati letteralmente presi d’assalto dai clienti desiderosi di imprimere sulla propria pelle un simbolo di rinascita
Per rispondere a questo interrogativo abbiamo ripreso un interessante approfondimento della testata La Repubblica secondo cui il tatuaggio dal 2012 ad oggi abbia subìto un’impennata incredibile pari al 376%. Sembrerebbe proprio che appena dopo il lockdown gli studi dei tatuatori siano stati letteralmente presi d’assalto dai clienti desiderosi di imprimere sulla propria pelle un simbolo di rinascita.
L’inchiesta di Unioncamere
I dati provengono direttamente da Unioncamere e sono aggiornati al 30 giugno scorso per cui oggi si contano oltre seimila attività che offrono questo servizio contro le 1328 del 2012. La crescita è stata talmente vertiginosa da provocare anche una sorta di spostamento di interessi per cui il tatuaggio non piace più solo ai “giovani”.
Per comprendere la grandezza di questo dato basti pensare a quante persone vanno alla ricerca di informazioni di ogni genere sull’argomento, spaziando dai suggerimenti su come curare un tatuaggio i primi giorni a quali sono le ispirazioni artistiche ed estetiche migliori per decorare una particolare zona del corpo. Al momento la regione più attiva sul mercato dei tatuaggi è la Lombardia, seguita da Lazio e Toscana.
Non solo giovani
Rispetto all’inchiesta di Unioncamere è emerso che non sono soltanto i giovani ad amare i tatuaggi ma che questi interessino anche un nutrito popolo di “meno giovani” under 40. A ogni modo il mercato è condotto per la maggioranza da giovani donne under 35 e il 37,2% di tali imprese è condotto da donne. Si tratta di una percentuale considerevole se pensiamo che la penetrazione delle donne nel mercato della libera imprenditoria, in media, si attesti solamente sul 22%.
Chi sono i tatuati?
A stabilire “chi sono i tatuati” è stato l’Istituto Superiore della Sanità secondo cui in Italia il 12,8% avrebbe almeno un tatuaggio. La percentuale sale al 13,2% se consideriamo anche gli ex tatuati. Dal punto di vista del genere, invece, sembrerebbe che le donne siano più tatuate degli uomini su schiena, piedi e caviglie. I maschietti, invece, preferirebbero braccia, spalle e gambe.
Di questi tempi vanno di moda soprattutto i micro-tatuaggi, quelli discreti e di piccole dimensioni che si sommano a simboli e rappresentazioni nel tempo. Inoltre, sono sempre di più i clienti che prediligono l’utilizzo di inchiostri grigi che sarebbero decisamente più discreti.
Gli stili di tendenza
Quanto agli stili restano ferme le convinzioni per cui la moda del tatuaggio è sicuramente un mercato che guarda al fattore estetico ma che non può non tenere conto dei risvolti psico-sociali che traina con sé. Di conseguenza è emerso che le persone stabiliscono di tatuarsi per varie ragioni che spaziano dal momento di passaggio all’espressione di sé. Un po’ come per il profumo, il tatuaggio è un simbolo personale ed individuale ma è anche il simbolo di riconoscimento con cui l’individuo spiega qualcosa di personale a chi lo osserva.
Il mondo del lavoro, salvo alcune eccezioni, inizia ad accettare la presenza di tatuaggi vistosi (ma anche visibili) sul corpo dei collaboratori. Ad oggi il tatuaggio è vietato solo per alcune categorie di lavoratori ma siamo certi che, nel tempo, anche questo aspetto verrà ammorbidito.
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