Truppe russe nelle zone secessioniste dell’Ucraina. A un passo dalla guerra
Dopo il riconoscimento da parte di Putin delle due autoproclamate repubbliche filorusse, mezzi militari russi sono entrati del Donbass. L'Ucraina: non cederemo alcun territorio. Pronte le sanzioni economiche verso la Russia, nella notte riunione tesissima del Consiglio di Sicurezza Onu
Situazione sempre più tesa, ormai a un passo dalla guerra, tra Russia e Ucraina; lunedì nella tarda serata le truppe di Mosca sono entrate in territorio ucraino, nella zona delle due autoproclamate repubbliche del Donbass, Donetsk e Luhansk, già sotto il controllo di autorità filorusse dal 2014. La mossa è arrivata poche ore dopo il riconoscimento russo – fino ad oggi mai avvenuto – delle due entità separatiste.
Nella notte c’è stato un incontro molto teso del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, l’organismo con più potere a livello internazionale, dove siedono cinque grandi potenze, tra cui Usa e Russia. L’obiettivo era evitare l’escalation, ma l’incontro è stato molto teso, con l’ambasciatrice Usa che ha accusato la Russia di Putin di cercare «il pretesto per una guerra».
Nel frattempo gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno annunciato nuove sanzioni ai danni della Russia, lo strumento di pressione economica che ci si attendeva (ma che per gli europei è anche un’arma a doppio taglio).
Vladimir Putin ha tenuto un discorso molto ampio rivendicando l’appartenenza di Russia e Ucraina ad un’unica storia, sostenendo che russi e ucraini siano un unico popolo e negando implicitamente la sovranità dell’Ucraina, anzi che la stessa Ucraina esista come nazione. È un tema che è diventato più esplicito negli ultimi anni e a cui Putin aveva dedicato un saggio, “Sull’unità storica dei russi e degli ucraini”, dicendo di «credere fermamente» nell’unità dei due popoli.
La presenza di forti minoranze russofone ha fatto da detonatore nel 2014 alla creazione di due repubbliche autonome, nel Donbass: sono territori formalmente ucraini nelle mani di ribelli filorussi, con milizie armate di varia tendenza politica ma comunque fedeli alla Russia (la zona si autodefinisce Novarossya).
Il riconoscimento delle repubbliche separatiste viola gli accordi di pace di Minsk del 2015 fra Russia e Ucraina e sono un passo in avanti verso la conquista delle province orientali di Ucraina. Le truppe di Mosca sono entrate nel Donbass ufficialmente per un intervento di “peacekeeping“, di mantenimento della pace, dopo che negli ultimi giorni si erano moltiplicati gli scontri tra esercito ucraino e separatisti filorussi.
Il concetto di “peacekeeping” è usato per giustificare la propria presenza, facendo riferimento anche ad analoghe operazioni svolte su stati sovrani dalla Nato in passato (come in Kosovo, ai danni della Serbia alleata della Russia). Non è chiaro in questo momento con quali e quante truppe la Russia sia entrata nelle due autoproclamate repubbliche del Donbass (foto wikimedia, esercitazioni 2020). Il premier ucraino Zelenskij, che nei giorni scorsi era stato molto prudente rispetto all’escalation tra Usa e Russia, ha ribadito che l’Ucraina non cederà alcuna parte del territorio, escludendo dunque anche la cessione del Donbass, che l’Ucraina definiva occupato da terroristi.
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