Ricerche in corso degli evasi dei Miogni: un anno fa l’arresto per rapina a mano armata
Attivo l’apparato di ricerca per trovare Roberto Nardello e Anthony Ragona accusati di avere messo a segno furti e una rapina nel nord del Varesotto a marzo 2021
Strade, ferrovie e confini di stato sorvegliati dal tardo pomeriggio di lunedì 14 febbraio per catturare Roberto Nardello e Anthony Ragona, fuggiti dal carcere dei Miogni scavalcando la cinta muraria con una corda fatta di lenzuola e riacquistando la libertà dopo un anno scarso di detenzione.
Nardello, 50 anni, originario della provincia di Varese e Ragona, 35 anni, brianzolo, erano finiti dentro con l’accusa di furto e rapina a mano armata nel marzo 2021. I due erano stati arrestati dal nucleo operativo dei carabinieri di Varese su delega della Procura della Repubblica che aveva chiesto e ottenuto dal gip misure cautelari per una serie di colpi messi a segno nel nord del Varesotto.
I due, fingendosi corrieri di consegna pacchi, sono accusati di rapinare strutture per anziani e di essersi introdotti in una casa parrocchiale per rubare e rivendere la refurtiva in rete.
Le indagini partirono nell’ottobre 2021 a seguito di una rapina a mano armata in una casa di riposo di Porto Ceresio dove sotto la minaccia di una pistola uno dei due è accusato di aver intimato al personale di farsi aprire la cassaforte dell’istituto rubando contanti e valori bollati mentre il complice lo attendeva a motore acceso in strada. Furono poi le telecamere ad inchiodare la coppia accusata di aver rubato attrezzi da giardinaggio nella casa parrocchiale di Arcisate: elementi probatori piuttosto solidi che hanno portato i militari a chiudere il cerchio e a procedere all’arresto.
Tornando all’evasione c’è da capire cosa non abbia funzionato nel sistema di sorveglianza del carcere dei Miogni, impianto vetusto dove i limiti della struttura emersero anche durante la fase di giudizio del processo “Alcatraz” (https://www.varesenews.it/2018/10/sentenza-alcatraz-agenti-assolti-nessuno-nel-carcere-lo-aspettava/754999/) dove alla sbarra finirono cinque guardie carcerarie poi assolte dall’accusa di aver favorito l’evasione dei tre detenuti rumeni avvenuta nel 2013.
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