L’affondo di Luciano Lista sui Centri diurni disabili: “Il Comune cessi di chiedere soldi alle famiglie indigenti”
Il capogruppo di Uniamo Cislago chiede l'abolizione della quota minima di compartecipazione a carico delle famiglie che fruiscono dei Centri diurni disabili: "Quota discriminatoria, richiesta indipendentemente dalla condizione economica del nucleo famigliare. Confermata anche per il 2022 nel totale silenzio-assenso della Giunta Calegari"
È Luciano Lista a firmare una mozione per chiedere alla Giunta comunale di Cislago l’abolizione della quota minima di compartecipazione richiesta dal Comune alle famiglie che fruiscono del servizio Centro diurno disabili: un contributo minimo richiesto indipendentemente dalla condizione economica delle famiglie e quindi definito dal capogruppo di Uniamo Cislago come “illegittimo”, “discriminatorio” e “illogico”.
La quota di compartecipazione è definita dal Regolamento distrettuale dei Servizi sociali, che disciplina i principi e le modalità degli interventi e delle prestazioni dei Servizi sociali dei Comuni appartenenti all’Ambito territoriale di Saronno, tra i quali c’è Cislago. L’Ente comunale lo ha approvato nel marzo 2017 e aggiornato nel luglio 2020.
Il regolamento stabilisce criteri e tariffe per la determinazione delle quote di compartecipazione spettanti alle famiglie, «utilizzando come metodo di calcolo – spiega Lista – quello della cosiddetta “progressione lineare”, in cui la “quota minima” è inserita solo per alcuni servizi e corrisponde al valore di una quota da corrispondere indipendentemente dal valore dell’indicatore della situazione economica equivalente del nucleo familiare di riferimento». La quota di compartecipazione viene versata mensilmente dalle famiglie direttamente alla cooperativa che gestisce il centro diurno, è mediamente pari a circa 240 euro ed è richiesta dal Comune “indipendentemente dalla condizione economica del soggetto o del suo nucleo famigliare” viene sottolineato nella mozione.
“Potrebbe verificarsi che alcune famiglie cislaghesi in possesso di un I.S.E.E. molto basso o pari a zero, rinuncino al servizio vista l’eccessiva onerosità dello stesso, a discapito del benessere psicofisico del soggetto disabile che, ricordiamo, ha il diritto di sviluppare le proprie abilità per una, seppur minima, integrazione nell’ambito sociale in cui vive” si legge nel testo della mozione.
Lista non risparmia critiche all’assessore ai Servizi sociali Chiara Broli, eletta lo scorso ottobre all’interno della lista IES – Impegno e Serietà e già assessore ai Servizi sociali della Giunta Cartabia, dal 2016 al giugno 2020: «È cristallina l’iniquità della quota minima di compartecipazione richiesta alle famiglie, anzi è fortemente discriminatoria – continua il capogruppo di Uniamo Cislago -. Giunti al 2022 tale inerzia deve cessare, così come deve cessare la richiesta da parte del Comune di Cislago della quota minima di compartecipazione alle famiglie che hanno un congiunto che necessiti di frequentare un centro diurno. Che il sindaco si faccia parte diligente e agisca in autotutela abolendo la quota minima di compartecipazione, imputandone l’intero costo, almeno a partire dall’anno in corso, al bilancio comunale, superando l’inerzia dell’assessore, visto che tutte le determine di impegno di spesa, fatte dal responsabile di servizio per il 2022, sono state fatte contemplando ancora la quota minima di compartecipazione, nel totale silenzio-assenso della Giunta Calegari».
La mozione chiede anche che “gli eventuali importi versati in eccedenza (a seguito del ricalcolo) da parte delle famiglie, vengano “compensati con l’eventuale integrazione dovuta dalle stesse per i mesi o anni a venire o restituiti”.
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