Condividere, sperimentare e crescere. A Saronno Ufo propone un modello educativo differente
Si trova in viale Santuario 21. È un luogo di ritrovo gratuito per studenti delle scuole superiori. Offre uno spazio confortevole per studiare con o accanto gli altri, ma anche laboratori che spaziano dal teatro alla musica e la possibilità di incontrare professionisti e maestri
È aria di casa quella che si respira passeggiando tra le stanze di Ufo a Saronno. C’è chi studia in autonomia nell’aula del silenzio, chi ripete la lezione sul divanetto insieme alle amiche, il tavolo occupato da libri e computer con il gruppetto di studenti che fa i compiti insieme, chi chiacchiera sorseggiando un tè. C’è una grande sedia bianca a forma di volto umano, una lavagna da tavolo, un carrello portavivande, in perfetto stile aereo, rifornito di tè, tisane e tazze “ufiche”.
È posizionato nel cuore del polo scolastico di Saronno, in via Santuario 21, a poche centinaia di metri dalla stazione centrale. È un luogo di incontro pensato principalmente per studenti delle scuole superiori, ma bazzicato anche da qualche universitario. Aperto dallo scorso ottobre proprio negli spazi dell’oratorio, di recente riqualificati e ammodernati, è un progetto nato su impulso della Comunità pastorale della città, ma gestito dall’associazione Ufo, acronimo di “È urgente forzare l’orizzonte”. È aperto quattro giorni a settimana: dal lunedì al giovedì, dalle 14:30 alle 17:30.
L’associazione è diretta da Emanuele Fant, professore di Italiano in un liceo di Milano, regista e scrittore. Con lui ci sono altri professionisti che lavorano nel mondo dell’educazione: Laura Banfi, professoressa e danzatrice, Viola Sambrotta, formatrice teatrale, Alessandro Mantegazza, educatore e professore.
«Quando siamo partiti non avevamo idea se saremmo stati qui da soli o meno – racconta Emanuele -. Il fatto che i ragazzi ci siano e frequentino questi spazi, dimostra che c’è bisogno di posti come questo. Oggi ci sono una ventina di studenti, siamo arrivati a punte massime di cinquanta o a pomeriggi tristissimi in cui eravamo qui in tre. I ragazzi vengono da scuole diverse, dal professionale al liceo. Studiano a Saronno e vivono in città o nei paesi limitrofi».
Curioso il fatto che a frequentare Ufo ci sia anche un piccolo gruppo di giovani milanesi. «Sono pendolari all’incontrario – continua Emanuele -. Hanno scoperto un posto accogliente, che a Milano in questi termini non trovano e ne approfittano, lo sentono un po’ come fosse casa».
Ufo non è solo un luogo confortevole in cui poter studiare. Offre un vero e proprio modello educativo differente. C’è infatti la possibilità di immergersi nel mondo dell’arte, del teatro e della musica, di condividere, confrontarsi con gli altri e approfondire a 360 gradi tematiche che a scuola, per ragioni di tempo, sono spesso ridotte ad una lezione frontale. «I ragazzi possono scegliere di studiare dove si ripete insieme agli altri o nella stanza dove si sta in silenzio, poi chi vuole può partecipare ad una delle esperienze che proponiamo, che vengono certificate come PCTO (ndr. Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento)» spiega l’insegnante.
C’è ad esempio la possibilità di sperimentare il mondo della comunicazione digitale: l’Ufo social team è formato da 14 ragazzi dei licei Legnani e G.B. Grassi di Saronno, che seguiti da un insegnante della Bicocca, imparano a comunicare efficacemente attraverso i social network. C’è il laboratorio teatrale con l’Accademia del Profondo: lo scorso anno in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, gli studenti hanno dato vita a “Inferno_quante oscurità occorre traversare per diventare luminosi”, una performance della prima cantica della Divina Commedia, realizzata con marionette bunraku e andata in scena anche al Base di Milano.
C’è poi uno spazio dedicato al dibattito e al confronto con “Gli Argonauti” e uno dedicato alla musica con “Sonora Ufo”, dove insieme al polistrumentista Paolo Censi i giovani stanno lavorando per sonorizzare in uno spettacolo teatrale di figura il romanzo Moby Dick. La presentazione del progetto avverrà in diretta YouTube lunedì 14 febbraio alle ore 17:00.
«È bello venire qui perché è proprio casa, ti senti accolto. Ci sono un sacco di attività che ti permettono di esprimerti, conoscerti meglio e conoscere meglio il mondo fuori» raccontano due giovani studentesse residenti a San Donato Milanese e Peschiera Borromeo. «È quello di cui sentivamo il bisogno soprattutto dopo il periodo di Dad dovuta al Covid. Qui si può studiare, condividere, fare amicizia o anche semplicemente leggere un libro: è bello avere un posto che non sia la propria camera, dove poter conoscere altre persone e continuare a fare le proprie cose».
Tra i progetti futuri di Ufo c’è trovare un gestore per il bar al piano terra e formare giovani che in futuro possano gestire gli spazi dell’associazione: «Oggi è sempre presente almeno un educatore – conclude Emanuele -. Negli anni l’idea è quella di affidare il compito a ragazzi più grandi».
Per informazioni e contatti visitare il sito di Ufo o le pagine Facebook e Instagram.
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