Luce ultravioletta e impacchi di alghe per riportare all’antico candore il volto del Cardinale
E' stato presentato a Castiglione Olona il restauro effettuato sul calco della pietra tombale del Cardinale Branda Castiglioni, una delle iniziative legate ai 600 anni della Collegiata
Delicati passaggi, ispezioni al microscopio e impacchi di alghe. Così, con grande attenzione e pazienza è stato riportato all’originale candore il calco della pietra tombale del cardinale Branda Castiglioni, che dorme il suo sonno eterno in Collegiata.
L’intervento di restauro, che si è svolto tra l’estate e l’autunno dell’anno scorso in preparazione degli eventi per i 600 anni della Collegiata, è stato presentato oggi pomeriggio in un’interessante conferenza a cui ha partecipato un centinaio di persone.
Ad introdurre l’incontro l’arciprete di Castiglione Olona, don Ambrogio Cortesi, che ha ripercorso la lunga ed intensa vita del cardinale Branda Castiglioni, morto alla veneranda età di 90 anni, un record per l’epoca. Don Ambrogio ha sottolineato in particolare il ruolo del cardinale nel “tessere l’unità della Chiesa e dell’Europa”, attraverso altissime frequentazioni e tanti lunghi viaggi, condotti anche in età avanzata. Viaggi che insieme ai tanti impegni e all’intensa vita intellettuale hanno “scavato” il volto del cardinale che oggi possiamo ammirare da vicino proprio grazie al calco restaurato, esposto nel Museo della Collegiata.
A spiegare l’importanza del calco è stata Laura Marazzi, curatrice del Museo, che ha raccontato come si decise, nel 1935, di eseguire questa “copia”, dopo che al cospetto di numerose autorità si svolse la ricognizione ufficiale nel sepolcro. Insieme all’accertamento dell’effettiva presenza delle spoglie mortali del cardinale, approfittando della rimozione della lastra si decise di effettuare il calco per permettere a tutti di vederlo, dal momento che la tomba si trova in una posizione sopraelevata, sotto ad un basso arco tra il presbiterio e l’abside sinistra della Collegiata, che ne rende impossibile la visione completa dall’alto.
Laura Marazzi ha anche raccontato le ricerche che negli anni sono state fatte per individuare il vero volto del cardinale negli affreschi della Collegiata e come si è arrivati ad individuare quello che è stato poi scelto per accompagnare tutta la campagna di comunicazione per i 600 anni della Collegiata.
Infine la restauratrice Lucia Laita di Tradate, che ha eseguito l’intervento, ha raccontato come si è proceduto a rimuovere le tracce che il tempo aveva lasciato sul calco, realizzato in uno speciale cemento, il Duralbo, dal caratteristico colore bianco. Un cemento che negli anni Trenta del Novecento ebbe grande diffusione in campo architettonico ed artistico, proprio grazie alle sue qualità estetiche. Tra le scelte tecniche legate al restauro, che è stato preceduto da diverse ispezioni e analisi, Lucia Laita, in accordo con la Soprintendenza ha deciso per l’utilizzo di “impacchi” di agar agar, un’alga usata anche nell’industria alimentare che è in grado di intrappolare al suo interno particelle di “sporco” solubilizzato rendendone più facile la rimozione in modo dolce per l’opera d’arte e non nocivo per l’operatore.
Tra le curiosità svelate durante la conferenza anche il piccolo “giallo” del naso del cardinale. La punta del naso, che manca nella pietra tombale realizzata in pietra, è stata ricostruita a posteriori sul calco. Un dettaglio molto evidente nell’analisi effettuata con la luce ultravioletta. Nel calco manca invece uno degli anelli che ci sono sulla pietra tombale.
Il calco può essere ammirato nel Museo della Collegiata negli orari di apertura: da mercoledì a sabato dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30. Domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17.30. La prima domenica del mese orario continuato dalle 10 alle 18.
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