Torre dell’acqua di Caronno Pertusella, Amici della Terra scrive a Comune e Soprintendenza
Per la ristrutturazione il Comune, che avrebbe dovuto demolirla, deve spendere 275mila euro poiché l’opera è ritenuta “testimonianza dell’architettura industriale del passato”. L'associazione ambientalista chiede interventi per tutelare l'opera caronnese
Amici della Terra/Varese-Onlus, associazione ambientalista da anni impegnata sul territorio sotto la direzione di Arturo Bortoluzzi, scrive a sindaco e assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Caronno Pertusella e insieme a Soprintendente, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
Oggetto della lettera la Torre dell’acqua di via Ariosto, vincolata dalla Soprintendenza. Per la ristrutturazione il Comune deve spendere 275mila euro poiché l’opera è ritenuta “testimonianza dell’architettura industriale del passato”. Il Comune avrebbe voluto demolirla, ma l’ente che tutela i beni ha deciso che la torre, risalente agli anni Venti e che si trova a poca distanza dalla stazione ferroviaria caronnese va lasciata in piedi e messa in sicurezza.
Secondo la Soprintendenza la torre di Caronno Pertusella ha sia “attenzioni compositive nelle proporzioni e nei sobri particolari decorativi, sia valore di ultima testimonianza di un insediamento industriale“. Queste valutazioni hanno portato al “vincolo” che ne impone la salvaguardia.
Amici della Terra/Varese-Onlus ha scritto al Comune di Caronno Pertusella e per capire come si vuole muovere per tutelare la torre dell’acqua e ha chiesto conto delle differenze tra il caso caronnese e quello della torre di Vedano Olona. La Soprintendenza ha scritto che i due casi “possono apparire simili nella sostanza e stranamente divergenti negli esiti quando si ignori che per entrambi è stata compiuta un’attenta istruttoria, avviata con una “verifica dell’interesse culturale” (art. 12 comma 2 del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”). Nel caso vedanese tale passaggio è avvenuto già nel 2008, e ha portato all’esclusione dell’interesse del manufatto, giudicato privo di caratteri originali”:
Egregi Signori,
siamo perfettamente d’accordo con quanto deciso dalla competente Soprintendenza: la torre in oggetto non va abbattuta, ma pienamente valorizzata.
Deve, insomma, rimanere lì dov’è perché esempio di architettura storica industriale.
Abbiamo però dei se e dei ma.
Che il Comune abbia l’obbligo di far conoscere ai più giovani il valore dell’acqua, delle modalità in cui viene trasmessa alle abitazioni private nonché bonificata, è questione da noi assolutamente supportata.
Allo stesso modo avremmo desiderio che gli immobili quando questi abbiano valore storico vengano il più possibile conservati che abbiamo verbale
Non capiamo però quale differenza ci sia tra questa torre dell’acqua e quella di Vedano Olona che dalle fotografie appaiono assolutamente identiche.
Perché è stato deciso di non abbattere la prima e, invece, si è consentito di smantellare completamente la seconda?
Il metodo utilizzato pare a noi essere stato differente quando invece c’è un’opera di educazione che è giusto che la soprintendenza.Questa era la ratio della lettera della sovrintendenza che trasmettiamo in allegato. Cosa è avvenuto da allora a oggi? C’è una maggiore sensibilità (da noi sempre gradita) da parte di coloro che sono presenti all’interno di questo organo, ovvero c’è altro?
Se è giusto mantenere delle presenze storiche perché ci sia sempre un’informazione corretta e completa da parte del Comune nei confronti soprattutto delle nuove generazioni, questo dovrebbe essere un principio da utilizzarsi sempre. Il mantenimento di un edificio d’archeologia industriale deve essere correlato con l’obbligo di stampare e distribuire alle scuole 1 messaggio sul valore del patrimonio ambientale e della necessità che ciascuno possa addivenire il tutore dell’integrità di questo. Allo stesso modo deve essere diffusa la storia delle città e quella dell’evoluzione tecnica delle sue imprese pubbliche e private.
Siamo dell’idea poi che la Soprintendenza dia delle indicazioni precise perché il Comune sappia cosa fare per valorizzare gli edifici e per la trasmissione, dei messaggi comunali sia ai docenti che agli studenti.
Auspichiamo che quando la Soprintendenza intervenga per la salvaguardia di un immobile di archeologia industriale chieda all’ente pubblico competente di far conoscere sempre al pubblico i motivi della propria azione.
Chiediamo vengano inviate a noi ogni lettera mandata e ricevuta riguardo la torre in oggetto.In attesa di riscontro porgiamo cordiali saluti.
Il presidente
Arturo Bortoluzzi
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