Al Pasta di Saronno la storia di Giorgio Perlasca, divenuto Giusto tra le Nazioni
In scena venerdì 28 gennaio lo spettacolo ripercorre la vicenda del commerciante di carni che tra il 1944 e il 1945, a Budapest, salvò la vita, strappandoli da morte certa, a migliaia di ebrei ungheresi
Giorgio Perlasca, la storia di un eroe quasi dimenticato.
Nella settimana dedicata alle celebrazioni per la Giornata della Memoria il Teatro Giuditta Pasta di Saronno propone lo spettacolo “Perlasca. Il coraggio di dire no?” con Alessandro Albertin in scena venerdì 28 gennaio 2022 alle ore 21.00. La pièce scritta dall’attore e diretta da Michela Ottolini, ripercorre l’incredibile vicenda, rimasta nell’oscuro per decenni, di Giorgio Perlasca commerciante di carni divenuto Giusto tra le Nazioni, che, tra il 1944 e il 1945, a Budapest, salva la vita, strappandoli da morte certa, a migliaia di ebrei ungheresi.
Alessandro Albertin veste i panni del protagonista, ma anche di tutti gli altri personaggi che gravitano sulla scena e intorno a “Jorge” e lo fa con una maestria rara e precisa, un vero trasformista che riesce a immergersi, e a farci immergere, in una miriade di personaggi così lontani gli uni dagli altri.
La vicenda
Budapest, 1944. Giorgio Perlasca, un commerciante di carni italiano, è ricercato dalle SS. La sua colpa è quella di non aver aderito alla Repubblica di Salò. Per i tedeschi è un traditore e la deve pagare. In una tasca della sua giacca c’è una lettera firmata dal generale spagnolo Francisco Franco che lo invita, in caso di bisogno, a presentarsi presso una qualunque ambasciata spagnola. In pochi minuti diventa Jorge Perlasca e si mette al servizio dell’ambasciatore Sanz Briz per salvare dalla deportazione quanti più ebrei possibile. Quando Sanz Briz, per questioni politiche, è costretto a lasciare Budapest, Perlasca assume indebitamente il ruolo di ambasciatore di Spagna. In soli 45 giorni, sfruttando straordinarie doti diplomatiche e un coraggio da eroe, evita la morte ad almeno 5.200 persone. A guerra conclusa torna in Italia e conduce una vita normalissima, non sentendo mai la necessità di raccontare la sua storia, se non a pochi intimi. Vive nell’ombra fino al 1988, quando viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita…
Note di regia
Davanti a qualcosa di terribile si può reagire in due modi: commentare la cosa oppure occuparsi della cosa. La prima soluzione è quella più comoda e ci conduce inesorabilmente al tasto “mi piace” di Facebook. La seconda soluzione è quella più scomoda, richiede coraggio ed eroismo. E umiltà.
A commentare siamo capaci tutti. Per occuparsi di un problema e risolverlo, serve la volontà di farlo. Questa è la grande lezione che ci ha lasciato Giorgio Perlasca. E da qui siamo partiti per raccontare al meglio questa storia meravigliosa. Lo facciamo con uno spettacolo semplice, senza fronzoli. Affidandoci alla straordinarietà degli eventi e a un’interpretazione che mescola tecnica ed emotività, accompagnandoci per mano alla scoperta di un capitolo della nostra storia che è necessario conoscere. In quanto italiani. In quanto uomini.
Un racconto affascinante e travolgente, portato in scena con intensità, bravura e grande rispetto.
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