Il Consiglio comunale di Saronno ha discusso dell’aumento delle rette della Focris
Se ne è parlato giovedì 20 gennaio durante un Consiglio comunale aperto della città di Saronno. Il quadro economico finanziario della Fondazione che gestisce la Rsa, emerso dalla relazione del presidente del CdA, non è roseo
Non è una situazione rosea quella relativa al quadro economico finanziario della Fondazione Casa di Riposo Intercomunale Onlus Focris di Saronno. Se ne è parlato giovedì 20 gennaio durante un Consiglio comunale aperto della città di Saronno, chiesto a gran voce dalle minoranze di centrodestra saronnese per far conoscere alla cittadinanza le ragioni che hanno portato il Consiglio di Amministrazione della Fondazione alla decisione di alzare le rette di 4 euro al giorno per gli ospiti della struttura, quindi da 72 a 76 euro.
A relazionare sul tema Tommaso Mascarello di Obiettivo Saronno, presidente dal febbraio 2021 del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Focris.
«Dal 2019 al 2020 si è verificato un brusco calo dei ricavi, pari circa a poco più di 300 mila euro» ha spiegato Mascarello, un calo che era già stato evidenziato nella nota integrativa del bilancio di esercizio 2019 e dovuto ad una progressiva riduzione del numero degli ospiti che la Rsa ha sperimentato nella prima fase della pandemia (da marzo a luglio 2020), fino ad arrivare a 74 presenze, rispetto alle 108 di piena occupazione.
Per quanto riguarda i costi della struttura invece, Mascarello ha evidenziato un leggero calo dal 2019, «imputabile al minor tasso di occupazione che c’è stato», a cui però ha fatto seguito «una preoccupante tendenza ad aumentare dal 2020 in avanti. Per cui nel 2022 la previsionale dei costi è che superino quelli del 2019».
La principale voce di spesa è il costo della cooperativa tramite la quale viene gestito il personale, seguono poi i costi del personale dipendente, le prestazioni assistenziali, alimentari, le utenze e i servizi della struttura, gli ammortamenti, le manutenzioni, le medicine e il materiale sanitario, le consulenze e le assicurazioni. «Un’altra criticità è rappresentata dal fatto che quasi il 90% dei costi sono di natura fissa, cioè non cambiano in base al tasso di occupazione degli ospiti che abbiamo» ha spiegato Mascarello.
Dal 2003 al 2020 la gestione economica della Rsa ha accumulato una perdita annua media di 226 mila euro, per un totale di 3.842.464,64 euro. Una perdita che, come mostra il grafico sottostante, dal 2015 al 2018 è andata progressivamente a ridursi, per poi ricominciare a crescere dal 2019.
L’emergenza pandemica ha ulteriormente influito negativamente sugli equilibri economico finanziari della Fondazione. «La perdita previsionale per il 2022 ha mostrato una perdita di circa 350 mila euro con una retta non aumentata a 72 euro giornalieri e a circa 200 mila euro con una retta aumentata a 76 euro giornalieri».
Le criticità sollevate dalla pandemia
La riduzione dei tassi di occupazione durante la prima fase della pandemia, dovuta alle vittime del Covid e al blocco dei nuovi ingressi, a cui si è aggiunta la riduzione dei posti letto occupabili, tutt’oggi in atto: in ottemperanza ai protocolli di ATS è infatti previsto il mantenimento da sei a quattro posti liberi. Sono le principali criticità che la pandemia ha fatto emergere, che hanno comportato una stima dei mancati ricavi per gli anni 2020 e 2021 di circa 587 mila euro.
A queste poi si aggiunge l’aumento dei costi inerenti al personale, dovuto all’aumentata richiesta di figure professionali e l’aumento dei costi energetici (sono stati stimati fino a 100 mila euro di costi energetici in più all’anno).
Mascarello ha quindi evidenziato come l’aumento della retta «sia in linea con quello delle altre Rsa del territorio» e come sia stata «una scelta ponderata sin dal mio ingresso nel CdA della Focris, dal febbraio 2021», presa «in un contesto di gestione economica di cronica perdita, che seppur ridotta negli ultimi anni, comunque non ha permesso di avere delle riserve di liquidità adeguate a far fronte alle problematiche evidenziate, in un contesto in cui i costi di natura fissa sono in aumento, costi che non è possibile ridurre nel breve periodo, se non riducendo la qualità dei servizi offerti e andando a rimodulare dei contratti che sono in essere e in un contesto in cui i ricavi sono in diminuzione, costantemente inferiori al periodo pre-covid, sempre per via dei 4-6 posti liberi da mantenere e con nessun aumento della retta praticato da gennaio 2020».
Le sfide future della Focris
Il presidente del CdA ha quindi esplicitato gli obiettivi dei prossimi anni: la stabilizzare della situazione finanziaria e il raggiungimento del pareggio di bilancio. Obiettivi che sarà possibile raggiungere «mantenendo l’attuale qualità del servizio, ma aumentando la retta fino a 80 euro al giorno nell’arco di due anni, oppure riducendo la qualità del servizio, senza importanti aumenti di retta se non quelli in base all’inflazione corrente».
Una volta scaduti i contratti attualmente in essere con le cooperative, nell’arco di 18-24 mesi, intenzione del CdA sarà poi quella di valutare un’eventuale rimodulazione dei contratti per colmare il gap esistente tra costi e ricavi, «con piccoli incrementi di retta e piccole compressioni dei servizi, in modo da trovare il giusto compromesso tra il prezzo che si ritiene corretto per i cittadini e i servizi che devono essere commisurati – ha dichiarato Mascarello, che ha poi evidenziato -. Negli anni passati si è voluto offrire un servizio ad un costo forse un po’ basso rispetto a quelli che erano gli effettivi costi, per cui la sfida del futuro è quella di trovare l’equilibrio».
Gli interventi dei consiglieri comunali
Tra gli interventi dei consiglieri comunali quello di Francesco Licata del Partito Democratico: «Il Comune non si dimentica dei nostri anziani, il Comune non può ripianare direttamente le perdite della Focris, perché non controlla la Focris. Il Comune aiuta i nostri anziani, perché chi non si può permettere di pagare le rette viene aiutato attraverso la presentazione di un ISEE. Legittima la richiesta di un chiarimento sugli aumenti della Focris, ma non è aderente alla realtà additare a questa amministrazione di aver voluto aumentare le rette disinteressandosi dei cittadini saronnesi».
Critico invece il capogruppo della Lega Raffaele Fagioli: «Dopo un solo anno di amministrazione Airoldi la buona gestione della Focris sembra ormai svanita. Ricordiamo gli slogan elettorali: Saronno siamo noi, torniamo alla normalità. Sicuramente ci siete riusciti in meno di un anno, siamo tornati a prima del 2015. Gli ospiti della Focris e i loro parenti sanno sicuramente chi devono ringraziare per questa gestione dilettantesca».
Alessandro Fagioli (Lega): «Non metto in dubbio le valutazioni tecniche e amministrative del CdA, ma l’aumento delle rette è una decisione politica. Nel rapporto qualità del servizio e prezzo, trattandosi di una realtà nata da una volontà pubblica che deve andare incontro alle esigenze dei cittadini e anche delle fasce dei cittadini meno abbienti, si deve riuscire a garantire le tariffe al costo più basso possibile, anche rinunciando a certi parametri di qualità del servizio, ovviamente nel decoro e all’interno di standard qualitativi previsti dalla legge. Per le famiglie sostenere i propri genitori all’interno di queste strutture ha un costo che ricade su tutta la famiglia, quindi non possiamo permetterci di far aumentare le rette».
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