Al banco di prova il piano freddo predisposto per i senza fissa dimora di Saronno
Partito con pochi ospiti, il centro allestito all'interno della Fondazione Casa di Marta è oggi quasi al completo.
A Saronno è partito con qualche difficoltà il piano freddo dedicato ai senzatetto. Predisposto dalla Fondazione Casa di Marta in collaborazione con Comune, Caritas e Comunità Pastorale del Crocifisso Risorto, è stato avviato ad inizio dicembre e mette a disposizione al piano terra dell’edificio della Fondazione, in via Petrarca, otto posti letto per la notte.
L’obiettivo è duplice: offrire fino a fine marzo un posto caldo dove passare la notte e avviare con i fruitori del servizio un percorso di recupero. L’attuazione non è però sempre semplice, come sa molto bene chi si occupa di senza fissa dimora: si tratta infatti di un tema difficile e complesso, nel quale si sovrappongono storie di vita e ragioni che hanno portato a vivere per strada diverse.
Partito nelle prime settimane con due o tre fruitori del servizio, oggi seppur non in maniera continuativa, i posti letto sono quasi tutti occupati, come ci ha spiegato l’assessore a Coesione sociale, Servizi alla persona e Politiche per le famiglie del Comune di Saronno Ilaria Pagani: «Siamo partiti un po’ a rilento, abbiamo individuato immediatamente alcune persone che all’inizio sembrava fossero interessate ad entrare nel centro, ma poi in realtà nei fatti non si sono mai presentate: le assistenti sociali e il centro di ascolto Caritas hanno provato a coinvolgerle più volte, ma c’è stata un po’ di difficoltà. Alla fine siamo arrivati ad oggi a sette persone all’interno del centro, anche se a volte qualcuno non si presenta per più giorni e poi ritorna».
In foto l’assessore Ilaria Pagani sulla sinistra e la vicepresidente della Fondazione Casa di Marta Francesca Volonté
Lo spazio, aperto dalle 19 alle 7, è gestito dalla Cooperativa Intrecci di Caritas Ambrosiana: vi si accede in seguito ad un colloquio con il centro ascolto Caritas o con i Servizi sociali. Oltre al posto letto, ai fruitori del servizio viene offerta la possibilità di usufruire una volta a settimana del servizio doccia e due volte a settimana della lavanderia.
Per accedere al centro viene richiesto il green pass e l’esito del Test di Mantoux (il test che verifica la presenza del Micobatterio della Tubercolosi). «C’è un regolamento di convivenza necessario per far andare avanti bene le cose, cosa che non è sempre semplice far capire» spiega Francesca Volonté, vicepresidente della Fondazione Casa di Marta. Regole alle quali non tutti «hanno la volontà o la possibilità di sottostare – commenta l’assessore Pagani -. C’è poi chi ha problematiche di dipendenze che non gli permettono di poter avere accesso ad uno spazio di questo genere, chi ha avuto poi la casa dal Comune, chi quando era il momento di fare il vaccino non si è presentato, ci sono situazioni molto diverse».
Nota certamente positiva è il numero di volontari che l’avvio di questo progetto ha smosso. A inizio dicembre erano partiti per gestire il servizio di accoglienza i gruppi scout cittadini e gli studenti-volontari del Liceo Legnani: «Preparavano del tè con dei biscotti da far trovare all’arrivo delle persone, servizio che poi abbiamo preferito sospendere per ragioni di sicurezza legate all’evolversi dell’emergenza sanitaria – spiega Volonté, che sottolinea -. C’è stata un’adesione molto alta da parte dei volontari che ringrazio, che però poi non sono stati più richiamati proprio per queste ragioni».
Nel progetto sono poi coinvolti alcuni beneficiari del Reddito di cittadinanza all’interno di un Progetto Utile alla collettività: si occupano dell’igienizzazione degli spazi.
«I prossimi due mesi che ci aspettano sono quelli che ci potranno dare più la misura di quello che è il bisogno in città – conclude l’assessore Pagani -. Nel frattempo ci stiamo guardando in giro per capire se ci sono dei finanziamenti che possano magari darci l’opportunità di creare qualcosa di più duraturo per i prossimi anni. In questo momento non essendoci una grande richiesta vedo un po’ complicato allestire uno spazio fisso. Siamo però partiti da un mese e stiamo valutando, dovremo capire come muoverci in futuro».
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