“Penalizzati dal Pnrr”. Troppi bocciati al Nord e la Lega è in agitazione
La distribuzione dei fondi, secondo la Lega, sta premiando più il Sud che le province del Nord, considerate meno "vulnerabili". In provincia hanno ottenuto fondi Varese, Samarate e Saronno, mentre Busto e altre quattro cittadine sono rimaste a bocca asciutta
Troppi Comuni del Nord esclusi dalla ripartizione dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con l’ultimo, ampio bando che pure ha premiato anche tre Comuni del Varesotto. La denuncia viene dalla Lega, che riscopre un po’ la vocazione nordista: il partito di Matteo Salvini ha iniziato una vera campagna su tutti i territori
«Il 92,6% dei progetti dei comuni del Nord ammessi al bando ma non finanziati, rispetto all’1% dei comuni del Sud e il 6,4% dei comuni del centro», lamenta Fabrizio Cecchetti, coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier, affiancato da Giacomo Ghilardi, sindaco di Cinisello Balsamo e coordinatore regionale dei Sindaci della Lega in Lombardia.
«La prima mozione parlamentare del 2022 è stata depositata dal gruppo della Lega sui fondi relativi alla rigenerazione urbana» aggiunge il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. La Lega chiede al Governo di integrare le risorse per finanziare tutti i progetti rimasti esclusi dai fondi Pnrr in base a nuovi criteri di assegnazione e allocazione».
I “bocciati” del Pnrr
La tabella dei fondi distribuiti fa emergere diversi casi di Comuni anche del Varesotto rimasti “a bocca asciutta”, nonostante i progetti siano stati ammessi nella prima fase. In termini di valore il Comune più beffato è Busto Arsizio, che aveva chiesto dieci milioni di euro per recuperare l’ex Macello civico e anche l’ex oratorio di Sacconago, un “buco nero” nel cuore di una frazione che avrebbe bisogno di una energica iniziativa di rigenerazione (avendo ampia aree abbandonate e degradate).
In rapporto al numero di abitanti va ancora peggio a Tradate, che aveva chiesto cinque milioni di euro Frera. Ma nel novero dei Comuni non finanziati ci sono anche Somma Lombardo, Malnate (per campo sportivo, area feste e un parco) e Caronno Pertusella, altre cittadine sopra i 15mila abitanti. Che peraltro sono amministrate dal centrosinistra, a dimostrazione che non c’entrano preferenze di tipo politico (e del resto nel governo Draghi partecipano tutti i partiti, salvo FdI).
I progetti Pnrr ammessi e finanziati in provincia di Varese
Va detto che comunque tra i Comuni finanziati dal Pnrr ci sono anche tre città del Varesotto, che difficilmente si immagina nel ruolo di Comuni particolarmente vulnerabili. A cominciare da Varese, che ottiene quasi 20 milioni di euro, che saranno utilizzati per il polo scolastico sportivo di San Fermo (aggiungendosi ai fondi già ottenuti da altri bandi), per Villa Augusta e per la piscina storica di Villa Mylius.
Meno consistente in rapporto al numero di abitanti, ma comunque ampio è il finanziamento ottenuto da Saronno, centro in crescita e ormai parte integrante della grande metropoli che è Milano: il Comune porta a casa cinque milioni di euro, anche qui per una pluralità di luoghi e progetti, incentrati soprattutto su impianti sportivi e spazi culturali e di tutela della memoria e dell’identità (qui il dettaglio di tutte le aree interessate).
A conferma che la distribuzione dei fondi non è legata al “colore” politico, c’è il caso di Samarate, che incassa ben quattro milioni e mezzo di euro per una gran quantità di progetti (vedi qui), dal recupero di spazi comunali (tra cui la prestigiosa Villa Montevecchio) alle nuove piste ciclabili per connettere in modo sostenibile i tanti centri che compongono la cittadina vicino a Malpensa.
Tutta colpa dell’indice di vulnerabilità?
Come stanno le cose? Per la Lega il problema sta nelle regole, che appunto il capogruppo Molinari vorrebbe rivedere. «Dei 5,7 miliardi di euro del Pnrr riservati ai progetti di rigenerazione urbana si era già optato di destinare d’ufficio il 40% delle risorse, pari a 2,3 miliardi, ai comuni del Sud» continuava nella sua denuncia Cecchetti dalla Lombardia. «I restanti 3,4 miliardi rimanenti erano stati messi a bando applicando tra i criteri “l’indice di vulnerabilità”, determinando di fatto l’esclusione dal bando di due terzi dei Comuni lombardi che erano stati ammessi, ma non sono poi stati finanziati. In termini concreti sui circa 440 milioni euro di finanziamenti ammessi per i Comuni lombardi solo circa 170 milioni sono stati finanziati».
Proprio l’indice di vulnerabilità è messo sotto accusa dalla Lega, che un po’ in vari territori (esempio: la Bergamasca) sta sollevando il problema lamentando progetti pronti e validi ma non finanziati.Rivedere l’Indice di vulnerabilità vuol dire eliminare l’assurdo paradosso per cui i Comuni più virtuosi – soprattutto al Nord – sono stati penalizzati per l’assegnazione dei fondi. Un investimento assolutamente alla portata della casse nazionali, un obiettivo concreto a sostegno di sindaci e territori».
Resta da capire appunto perché altri Comuni – di tutti i colori politici – sono riusciti a portare a casa il risultato.
Colpa solo dell’indice di vulnerabilità?
Paradossalmente la Lega sui territori trova una conferma di questa lettura anche da altre forze della maggioranza di governo. A Samarate ad esempio il Movimento 5 Stelle vede nei fondi arrivati la conferma di una debolezza del tessuto della cittadina vicino a Malpensa: «Purtroppo, dobbiamo mettere in evidenza che alcuni dei parametri che lo Stato ha adottato per stilare la graduatoria sono denigranti per la nostra città, si parla di reddito medio, disagio sociale e degrado urbanistico. Questi parametri non danno una visione di un comune ubicato nella regione più produttiva e virtuosa d’Italia» attacca il gruppo M5S samaratese. «Come è possibile che una città, amministrata dal 2010 dalla lega, si ritrovi con una valutazione di così basso livello? Le tre precedenti amministrazioni, a trazione leghista, si sono sempre vantate di amministrare Samarate in modo virtuoso, mentre oggi ci ritroviamo con parametri di tutt’altro tipo. Polemica locale sì, ma con la stessa lettura: il risultato positivo anche per i Cinque Stelle è figlio di una debolezza.
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