Draghi introduce i nuovi decreti: “Affrontiamo il 2022 con realismo, prudenza, fiducia e unità”
La conferenza stampa del capo del Governo, affiancato dai ministri Speranza (Salute) e Bianchi (Istruzione), oltre al dottor Locatelli del Cts
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha illustrato nella serata di lunedì 10 gennaio le ultime misure adottate dal Governo per il contrasto al Covid-19. Sabato 8 gennaio con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è entrato in vigore l’ultimo decreto.
«Questa conferenza – ha esordito il capo del Governo – ha al centro i primi provvedimenti di quest’anno, che dobbiamo affrontare con realismo, prudenza, fiducia ed unità. Il Governo sta affrontando la sfida della pandemia e di varianti molto contagiose con un approccio diverso rispetto al passato: vogliamo essere cauti ma cercare di minimizzare gli effetti economici, sociali e su ragazzi e ragazze, che più di tutto hanno risentito le chiusure dal punto di visto psicologico e della formazione. La scuola è fondamentale per la nostra democrazia: va tutelata e protetta; oggi è iniziato l’anno scolastico e voglio ringraziare il Ministro, i dirigenti e gli insegnanti che si sono adoperati. Tutto quello che abbiamo deciso si fonda sul colloquio con enti territoriali che è costruttivo e continuo. Il Governo ha la priorità che la scuola stia aperta in presenza».
«Quasi l’80% della popolazione italiana – ha proseguito Draghi – ha completato il ciclo primario, il 40% ha avuto anche la terza dose. Tanti dei problemi che abbiamo oggi dipendono dalle persone non vaccinate, per questo avanzo l’ennesimo invito a tutti coloro non l’hanno ancora fatto di vaccinarsi. Grazie alle vaccinazioni le condizioni sono molto differenti rispetto al passato. Le nostre scuole hanno riaperto dopo Natale come negli altri grandi Paesi Europei che hanno una situazione pandemica simile alla nostra. Siamo stati tra i primi ad adottare l’obbligo vaccinale per delle categorie, ora la circolazione del virus mette di nuovo pressione agli ospedali, soprattutto per gli effetti sulla popolazione non vaccinata. È l’inizio dell’anno quindi è giusto avere un’impressione che guarda al futuro: abbiamo affrontato tante sfide difficile e lo faremo anche prossimamente».
Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha snocciolato dei numeri sulla riapertura delle scuole: «Il numero dei docenti sospesi perché assenti per più di 4 giorni, quelli che hanno deciso di non vaccinarsi, sono lo 0,72%, il resto ha deciso di farlo e questo dà il senso di responsabilità dei nostri docenti. Gli attuali positivi assenti per Covid è circa il 6% e tra gli studenti circa il 4,5%. Stiamo controllando le situazioni perché abbiamo operato con attenzione, non siamo stati fermi. Il 75% dei ragazzi dai 12 ai 19 anni hanno fatto due dosi, appena abbiamo avuto l’autorizzazione dell’Ema abbiamo iniziato le vaccinazioni ai più piccoli. La Dad è uno strumento utile se misurato in tempi specifici e integrato nei piani educativi della scuola. Un altro dato importante: i Comuni che hanno fatto ordinanze di chiusura sono il 3% del totale dei comuni; possiamo dire che le scuole hanno riaperto. Ricordo che quest’anno abbiamo assunto 60mila insegnanti tramite concorso, mettendo in condizione la scuola di funzionare. Le scelte che abbiamo fatto stanno pagando. Abbiamo molto a cuore i nostri ragazzi e le nostre ragazze, per questo usiamo questa attenzione e cautela».
Il Ministro della Salute Roberto Speranza: «L’ultimo decreto fa fare un passo avanti al nostro Paese: abbiamo raggiunto una percentuale rilevante di persone vaccinate. Stamattina alle 6 eravamo l’89% di persone sopra i 12 anni che hanno avuto una prima dose. Questo 10%, questa piccola minoranza, occupa la maggior parte dei posti letto. Per questo l’intenzione del Governo è di ridurre ancora di più l’area dei non vaccinati. Il 23% dei malati non vaccinati termina in terapia intensiva (il Ministro mostra un grafico, ndr). Questa scelta ha piena e compiuta evidenza scientifica».
Il direttore del Comitato Tecnico Scientifico Franco Locatelli: «Vado al punto direttamente: l’interno del Cts non vi è stata nessuna voce dissonante rispetto alle misure adottate dal Governo. Di fatto si è analizzata la situazione epidemiologica del Paese. Tornando sulla tematica scuola: da quando dirigo il Comitato Tecnico Scientifico e ogni volta c’è stata una posizione unanime che sottolineava la priorità della didattica in presenza perché si sottolineava, non solo il danno per il percorso, ma anche per la privazione affettiva che sviluppano gli studenti. Va sottolineato a grandissime lettere che la dose booster è efficace all’88% contro la variante Omicron. Non è corretto dire questa variante non produca effetti acuti come la Delta. ».
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