La scuola riparte, da Varese alle porte di Milano sindaci e dirigenti “in allerta”
Mentre continua il dibattito tra governo e Regioni, a livello locale si fa il punto tra istituti e Comuni, tra quarantene, presenze e riduzioni di orario. "La scuola è un luogo sicuro"
Riparte la scuola, lunedì 10 gennaio. E lo fa ancora in un clima di grande incertezza, per il contagio diffuso e anche per l’acceso dibattito politico (e istituzionale) tra il governo che difende la scuola in presenza e le Regioni che chiedono più flessibilità o arrivano in alcuni casi a disporre direttamente il ricorso alla Dad.
Fanno i conti anche i Comuni, le istituzioni più vicine ai cittadini, in particolare per quanto riguarda scuole materne, primarie e medie.
Cosa ne pensano i sindaci del confronto tra governo e Regioni?
«In una prima fase abusato della Dad, in questa seconda fase con Draghi si insiste sul rientro necessario a scuola» ragiona Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, che – tra i due poli – si dice più vicino a chi sostiene le ragioni della scuola in presenza, «anche perché con la Dad i bambini stanno a casa con i nonni che sono fascia a rischio.
Gallarate: riduzioni di orario in alcune scuole
Al di là delle posizioni di principio, però, dettano legge anche qui i numeri. «In questo momento, mi pare, il problema sia la disponibilità del personale» continua il sindaco di Gallarate. «Pur comprendendo da genitore le problematiche in famiglia, al di là del contagio, c’è una situazione difficile legata alle quarantene del personale, docente e di sorveglianza. Credo che la scelta debba essere valutata singolarmente dai dirigenti».
Diverse scuole gallaratesi – dettaglia l’assessore Claudia Mazzetti – dovranno ridurre orari solo al mattino (in particolare per alcune classi nei comprensivi Dante e Gerolamo Cardano) e prevedono possibilità di Dad in via precauzionale per chi ha dubbi. «Il servizio post-scuola è sospeso alle Dante e Gerolamo Cardano, servizi pre-scuole e mensa sono garantiti».
Varese: “La scuola è luogo sicuro”
«Non più di un’ora fa ero ancora al telefono con le mie collaboratrici per verificare ancora con le diverse scuole» dice nel primo pomeriggio di domenica Rossella Dimaggio, assessore alle attività educative del Comune di Varese.
«I cinque comprensivi della città apriranno, anche se abbiamo delle incognite, non tanto sugli studenti quanto sulla presenza del personale, docente e Ata. Ad oggi ci sono delle assenze ma con numeri consentono comunque di avviare il servizio».
Il Comune ha direttamente competenza per i servizi mensa, pre e post scuola: «Abbiamo educatrici in quarantena ma riusciamo a mantenere i servizi, ad oggi». Dimaggio sottolinea che «la collaborazione è strettissima, ognuno ha fatto del proprio meglio per riaprire in sicurezza: mi sento di dire che davvero la scuola è un luogo sicuro, perché i protocolli hanno funzionato».
Sulla “tenuta” complessiva del sistema Dimaggio richiama comunque il “test” fatto con le scuole materne comunali, che hanno riaperto già per la giornata di venerdì 7 dicembre: «I bambini non erano tantissimi, tra gli insegnanti c’erano alcune assenze ma siamo stati in grado di coprire».
(Foto di apertura dell’articolo: Voltorre di Gavirate)
Scuola a Saronno, verifica lunedì mattina
C’è poi anche il livello delle scuole superiori, che in alcune realtà – le maggiori città della provincia, Varese, Gallarate, Busto, Saronno – sono un elemento di richiamo ben oltre i confini comunali: a Saronno ad esempio ci sono «dodicimila studenti che vengono in gran parte da fuori» ricorda il sindaco Augusto Airoldi. «La situazione precisa la conoscerò domattina, è prevista una verifica insieme ai dirigenti e dopo divulgheremo le informazioni in tarda mattinata».
«La scuola in presenza deve essere tutelata, più si tutela meglio è, dopo un anno e mezzo in cui bambini e ragazzi hanno sofferto la discontinuità. Dopodiché bisogna capire se la scuola in presenza non diventa occasione di contagio» continua Airoldi. «E questo ce lo deve dire Ats».
Manifestazione per la scuola in presenza, Saronno, marzo 2021Ritorno a scuola, sciopero degli studenti alle superiori
Sul fronte delle scuole superiori c’è anche la protesta dei ragazzi, con la convocazione di uno sciopero studentesco che dovrebbe toccare diversi istituti a cavallo tra le province di Milano e di Varese, un po’ in controtendenza rispetto alle richieste del 2021 che erano per un ritorno in classe.
Da un lato oggi gli studenti che dicono «non ci sentiamo sicuri» nella attuale contingenza, dall’altro ad esempio anche un “contro-appello” di una docente che chiede ai ragazzi di ripensarci e difendere la scuola in presenza).
Scuola in presenza? “Ci proviamo”
Al di fuori delle maggiori città c’è ovviamente una miriade di situazioni diverse da Comune a Comune.
Samarate è stato un Comune molto colpito nell’ultimo anno dal Covid (oltre 50 morti da inizio pandemia), oggi però il sindaco – leghista – Enrico Puricelli non ha però dubbi: «Ho sentito la dirigente del nostro comprensivo, per ora non ha problema ad aprire, si prova. Noi in ogni caso vogliamo seguire le linee guida del governo».
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