Insegnanti sospesi e quarantene: criticità per il rientro a scuola
Presidi preoccupati per la carenza di personale docente, in media 3-4 insegnanti in meno per IC: il 12 gennaio una riunione con il dirigente dell'Ufficio scolastico regionale
Foto Pixabay
La scuole riaprono il 10 gennaio, ma con qualche insegnante in meno. Ci sono docenti colpiti da provvedimenti di quarantena e ce ne sono altri sospesi da metà dicembre per non essersi sottoposti a vaccinazione anti Covid-19: un problema, soprattutto nel medio e lungo periodo.
«Secondo le prime stime fatte con i colleghi presidi gli insegnanti sospesi sono inedia 3 o 4 per Istituto comprensivo. Significa da 4 a 6 mila insegnanti in meno a livello regionale», spiega Maria Rosa Rossi, dirigente scolastico del Ic Varese5 e rappresentante provinciale dell’Associazione nazionale presidi (Anp).
Il nodo è complesso e le misure adottate sin ora in previsione di possibili contrazioni nella disponibilità di personale scolastico potrebbero non bastare: «Abbiamo cercato di mantenere anche quest’anno le ore da 50 minuti per accumulare un monte ore di supplenze valido a tamponare le assenze e siamo pronti ricorrere a ore di straordinario retribuito ai docenti disponibili per supplenze extra, ma nel medio-lungo periodo queste strategie potrebbero non essere sufficiente», avverte la Rossi.
In linea teorica infatti gli insegnanti sospesi potrebbero essere sostituiti nominando dei supplenti, ma la soluzione nasconde un paio di insidie: «Per alcune classi di concorso le graduatorie sono esaurite, quindi bisognerà ricorrere alle Mad (messa a disposizione, ndr), ammesso che ce ne siano – spiega la portavoce provinciale dei presidi – Non secondario è il problema di prevedere una data per la fine incarico per i supplenti, perché il docente sospeso in qualsiasi momento può intraprendere il percorso vaccinale e rientrare a scuola, creando un problema contrattuale con il termine della supplenza che non può essere ad interim».
Il nodo della carenza di personale docente e scolastico sarà affrontato il 12 gennaio da una riunione in streaming tra Augusta Celada, direttore dell’Ufficio scolastico regionale, e i presidi lombardi.
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