Stop all’allevamento di animali da pelliccia, passa l’emendamento alla Legge di Bilancio
La Commissione Bilancio del Senato ha approvato l'emendamento voluto da LAV e proposto dalla senatrice De Petris (Leu), che mette al bando gli allevamenti di animali allo scopo di produrre pellicce
“Una vittoria storica, alla quale abbiamo lavorato per molti anni, avvenuta grazie all’approvazione della Legge di divieto di allevamento in Italia che abbiamo proposto dal 2011, ripresa nell’emendamento” è stata la dichiarazione della LAV, la Lega Anti Vivisezione. Questo nuovo divieto allinea il nostro paese con quello che è il trend europeo, dove molti paesi hanno già optato per questa decisione nell’ottica della tutela del benessere animale. Ma non solo, la scelta rientrerebbe anche fra le misure volte ad abbassare il rischio di diffusione del virus Sars Cov-2. Questo era il video con cui LAV aveva promosso la sua raccolta firme:
Dal 1° gennaio quindi stop all’allevamento di procioni, cincillà, volpi, visioni. Norma che avrà effetto, a proposito di questi ultimi, anche sugli esemplari ad oggi “attivi” come riproduttori, negli ultimi 5 allevamenti rimasti in Lombardia, Emilia Romagna e Abruzzo. Dove l’attività di produzione era comunque già in sospesa da mesi, sempre a causa della pandemia e del ruolo imputato agli animali nella sua diffusione. Circa 7000 visoni resteranno perciò, per loro fortuna, disoccupati dal 2022.
“Dei 170 allevamenti presenti in Italia nel 1988, ne restavano solo 5 ma a dicembre 2021 siamo riusciti a farli chiudere per sempre. – si legge sul sito di LAV – Ora grazie all’approvazione della Legge di divieto di allevamento in Italia, che avevamo proposto nel 2011, tutto questo diventa finalmente realtà. Sono stati anni di manifestazioni, battaglie, pressioni e inchieste, ma anche di sconfitte e appelli inascoltati! Noi però non ci siamo mai arresi e adesso abbiamo finalmente raggiunto un risultato straordinario, che renderà l’Italia un posto migliore, che non vedrà mai più l’uccisione di oltre 60 mila visoni ogni anno!”
La misura consente in deroga agli allevamenti di mantenere gli animali già presenti nelle strutture non oltre il 30 giugno 2022. Sono stanziati 3 milioni di euro per il 2022 a titolo di indezzino per gli allevamenti.
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