Per salvare l’agricoltura lombarda servono 25 mila stranieri. Coldiretti benedice il decreto flussi
Ma per salvare le produzioni italiane -spiegano - occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi
L’arrivo del decreto flussi 2021 è importante per salvare i raccolti e cogliere nel settore agroalimentare le opportunità che vengono dalla ripresa economica in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’annuncio del premier Mario Draghi della firma del provvedimento da parte del Governo atteso in Consiglio dei Ministri.
Una necessità – sottolinea la Coldiretti – per garantire la programmazione di fronte alle crescenti di difficoltà di spostamento tra le frontiere a seguito della pandemia. L’agroalimentare italiano – continua la Coldiretti – è uscito dalla pandemia più forte di prima con il record di fatturato e quello delle esportazioni che raggiungeranno i 52 miliardi a fine anno.
Per sostenere la crescita è necessario garantire la presenza di lavoratori in un settore come quello agricolo dove un prodotto su quattro viene raccolto da mani straniere con 368mila lavoratori provenienti da ben 155 Paesi diversi che hanno trovato regolarmente occupazione in agricoltura, fornendo il 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.
Si tratta soprattutto – ricorda la Coldiretti – di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. In Lombardia – spiega la Coldiretti regionale – complessivamente sono circa 25mila i lavoratori stranieri impiegati nelle campagne, dall’allevamento alla raccolta della frutta e della verdura fino alla vendemmia.
Ma per salvare le produzioni Made in Italy occorre anche – aggiunge la Coldiretti – dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo. Un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.
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