Basket, sociale, un torneo a Olgiate Comasco per tornare alla normalità
La Asd Ultra Di è stata tra le protagoniste di un ritorno in campo che ha il sapore dell’autonomia riconquistata
Un quadrangolare di basket: una cosa normalissima in epoca pre Covid, dopo questi due intensissimi anni è un avvenimento da ricordare e da portare nel cuore. Lo racconta così Raffaella Gandini, responsabile dell’asd Uisp “Ultra Di” e membro storico del consiglio del comitato varesino dello sport per tutti.
Perché il quadrangolare che si è concluso questo weekend è stato dedicato al basket per persone con disabilità intellettive e relazionali. Atleti speciali, che hanno affrontato con enorme entusiasmo questo modo diverso di scendere in campo, perché era un appuntamento mancato da troppo tempo.
Nel palazzetto di Olgiate Comasco si sono quindi incontrate quattro asd che da molti anni portano avanti questa disciplina: oltre ai varesini Ultra Di, l’associazione Links di Erba, l’apd Vharese e la storica asd Briantea84. «Per molti di questi ragazzi si trattato della prima esperienza esterna, al di fuori del semplice allenamento – dice Gandini – per questo è stato quasi commovente vedere tutto l’entusiasmo e la voglia di vivere che hanno messo in queste gare». Gare che hanno dato spazio proprio a tutti: oltre alle classiche partite – sempre con modalità adattate alle caratteristiche di questi atleti – ci sono state anche gare di tiro piazzato, per dare a tutti modo di mettersi alla prova in condizioni ottimali, adatte al proprio modo di essere. «Tutti hanno trovato il proprio spazio, e per noi è stato importante anche vedere la soddisfazione delle famiglie, che ci hanno aiutato in questa nuova avventura, consapevoli che si tratta di un passaggio verso l’autonomia», dice ancora Gandini.
La pandemia ha interrotto una storia quasi decennale: il gruppo sportivo Ultra Di è nato nel 2012, e nel 2017 è diventato una vera e propria Associazione Sportiva Dilettantistica. Con Uisp Varese, Gandini e compagni hanno organizzato un campionato di basket dedicato ai ragazzi con disabilità intellettivo-relazionali che raggruppa squadre delle province di Varese, Como e Milano. «Anche se quello che conta in questo tipo di attività – spiega – non è certo la prestazione atletica». Già, perché il vero fulcro di tutto è l’autonomia: anche solo prepararsi la borsa da soli e cambiarsi senza i genitori prima della partita, per questi ragazzi è una preziosa conquista.
Con la pandemia, come ogni cosa, anche la Ultra Di ha subito uno stop, «ma abbiamo ripreso appena possibile – spiega Raffaella – con attività all’aperto». In autunno il passaggio obbligato è stato prima con gli appuntamenti on line, poi con la palestra, ma senza poter incontrare altre squadre.
Il quadrangolare appena concluso, insomma, ha davvero il sapore di una rinascita, un ritorno a quella normalità di cui questi ragazzi forse più di altri hanno bisogno. Ecco perché il mese prossimo ci sarà un altro appuntamento: il canestro chiama e Ultra Di risponde.
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