Il Comitato Pendolari denuncia: “Totale mancanza di presidi, nessun deterrente per chi vuole delinquere”
Intervista ad Andrea Mazzucotelli, coordinatore del Comitato Viaggiatori TPL Nodo di Saronno, da sempre in prima linea nel denunciare disservizi e problemi sulla rete ferroviaria. Il suo commento dopo i gravi episodi di violenza sulla tratta Milano - Varese
Se c’è qualcuno che vigila sull’andamento dei treni e sulla situazione delle stazioni in Lombardia ed in particolare sul tratto tra Milano e Varese, quel qualcuno è Andrea Mazzucotelli, coordinatore del Comitato Viaggiatori TPL Nodo di Saronno, nato per informare, coordinare e rappresentare gli utenti dei servizi di Trasporto Pubblico Locale che vertono su Saronno.
Dalle segnalazioni sulle novità relative agli orari fino ai disservizi quotidiani passando per i (tanti) episodi di violenza a bordo delle carrozze, il Comitato fa da occhio vigile sul mondo dei trasporti.
Lo abbiamo sentito per un commento dopo i gravi episodi di violenza consumati a bordo di un convoglio sulla tratta Milano – Varese e in una sala d’attesa in stazione a Venegono Inferiore.
Personalmente e a livello di Comitato Viaggiatori Saronno ha negli ultimi mesi rilanciato il tema della sicurezza e del controllo a bordo dei treni: c’è stato un peggioramento recente o è una situazione di lungo corso?
«La situazione è di lungo corso, l’andamento che si percepisce è un lieve ma costante peggioramento anche a fronte delle incrementate difficoltà sociali, senza che si siano mai presi provvedimenti sistematici per tutelare gli utenti (se non togliere i treni alla sera ammettendo la propria sconfitta istituzionale)».
C’erano stati episodi gravi di aggressioni sulla linea per Varese? O fino ad oggi era soprattutto una percezione di scarsa sicurezza?
«Ci sono stati sicuramente alcuni episodi di rilievo in passato. Una banda di ragazzini distrusse i sedili di un’intera vettura (ultima carrozza, priva di telecamere) e picchiò un altro ragazzo che aveva ripreso con il cellulare il video poi usato per incastrarli. In mia presenza un viaggiatore sprovvisto ubriaco lanciò cocci di vetro contro la capotreno mancando la mira e colpendo un altro viaggiatore. Io stesso sono stato picchiato al volto da una persona che stava iniziando a fumare a bordo. I casi più comuni sono quelli di bande di ragazzi che si siedono in modo scomposto, fanno rumore, sporcano e non sempre rispettano la normativa COVID, e anche i tossicodipendenti in cerca di monetine. Finché non sei tu a esporti chiedendo rispettare, non sono solitamente aggressivi. In generale comunque l’ambiente non presidiato da Azienda né da Polizia di Stato, con molti treni ancora privi di telecamere o telecamere disattivate non offre alcun tipo di deterrente ad azioni inopportune più o meno gravi».
Dov’è più problematica la situazione? A bordo dei convogli o nelle stazioni?
«Stazioni e treni hanno lo stesso comun denominatore che è la mancanza assoluta di presidio. La differenza è meramente tecnica: le stazioni Ferrovienord sono tutte dotate di telecamere e monitorate, e non essendo in movimento è più agevole tentare di chiedere l’aiuto delle Forze dell’Ordine. I treni spesso non sono dotati di videosorveglianza e muovendosi rendono più complicato un eventuale intervento della Forza Pubblica; se non è il capotreno a chiamare – spesso però non vede e non si accorge di nulla viaggiando isolato dall’utenza e risultando anche difficile da smuovere per necessità varie – non è possibile organizzare efficacemente l’incontro con una pattuglia. Il problema fondamentale è che se hai qualunque tipo di problema, devi essere tu a chiamare, qualunque situazione tu stia vivendo in quel momento».
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