L’amministrazione comunale di Cislago non rinuncerà alle indennità di carica
Se ne è discusso nel Consiglio comunale di lunedì 29 novembre, durante la discussione della mozione presentata dal gruppo Cartabia Sindaco. Il primo cittadino Calegari: "Sbagliato far passare l'idea che siano superflue"
“Le indennità degli amministratori ci sono per un motivo preciso e serio, sarebbe sbagliato far passare l’idea che debbano essere cancellate perché superflue”.
A sottolinearlo è il sindaco di Cislago Stefano Calegari, durante la discussione della mozione presentata dai consiglieri di Cartabia Sindaco, nell’assemblea civica cittadina dello scorso 29 novembre.
La richiesta del gruppo consiliare di minoranza proponeva a partire dal mese di novembre 2021 e “fino all’avvenuta risoluzione del periodo di crisi economica e sociale legato allo stato pandemico”, la rinuncia delle indennità dell’amministrazione comunale in favore di uno specifico capitolo del bilancio comunale, da utilizzare poi per far fronte allo stato di emergenza sociale ed economica.
Spunto della mozione è stata la rinuncia dei compensi, in seguito all’approvazione all’unanimità della mozione presentata dall’allora gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che dall’agosto 2020 fino a febbraio 2021 sindaco, assessori, consiglieri di maggioranza e minoranza della passata amministrazione si erano impegnati a devolvere in favore del fondo di solidarietà comunale, per aiutare famiglie e imprese del territorio in difficoltà a causa della pandemia.
La mozione è stata respinta con i voti contrari del gruppo IES – Impegno e Serietà, astenuti Cislago in Comune e Uniamo Cislago, favorevoli Cartabia Sindaco.
«Sono convinto che ai cittadini interessi che le indennità siano proporzionate, misurate e che chi le percepisce se le guadagni con il lavoro, che si adoperi sempre con determinazione e impegno per trovare le risposte giuste per la risoluzione dei problemi, che chi si assume l’onore e l’onere delle responsabilità possa pure percepire una giusta commisurata indennità» ha dichiarato il sindaco Calegari nella spiegazione delle ragioni del voto contrario del proprio gruppo. «Se le condizioni diventeranno straordinarie non ci sarà bisogno di una mozione, come invece è stato necessario in passato, per prendere subito, e non dopo sei mesi, un altro tipo di decisione».
Contrari alle modalità e alle tempistiche descritte nella mozione anche i consiglieri Debora Pacchioni di Cislago in Comune e Luciano Lista di Uniamo Cislago.
«Chi riveste il ruolo di sindaco e assessore, dedica tante energie più di chi riveste il ruolo di consigliere, perché gli impegni sono diversi. Fare politica per me è una passione, è voglia di fare, è volontariato, ma quando si rivestono ruoli istituzionali importanti, non è solo quello – ha dichiarato nel proprio intervento la consigliera Pacchioni -. Quando con il mio gruppo abbiamo letto la mozione ci siamo domandati perché chiedere una rinuncia così grossa e per un tempo così lungo. Si può chiedere una rinuncia ad una parte del compenso o per un periodo breve, fin tanto che non riusciamo a capire quando l’emergenza vera sarà decretata finita».
Nel proprio discorso Luciano Lista di Uniamo Cislago ha sottolineato la diversità del momento storico odierno, , più favorevole grazie alla presenza dei vaccini e all’arrivo di ingenti risorse dal Piano nazionale ripresa resilienza, rispetto al periodo di piena crisi ed incertezza in cui fu adottato il provvedimento di rinuncia alle indennità nel luglio 2020, a pochi mesi dallo scoppio della pandemia. «La mozione in questo quadro socio economico non è pertinente – ha dichiarato il capogruppo di Uniamo Cislago -. La politica rimane comunque sempre un esempio e un servizio, per dare un esempio si può parlare di una riduzione parziale e volontaria, per un tempo breve e per destinarla in modo preciso a chi in difficoltà. Credo che la mozione vada rivista, ma che comunque un piccolo segnale vada dato, perché siamo noi che rappresentiamo la società».
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