A Saronno “La Società della Cura” in piazza contro la riforma della sanità
Presenti nella mattinata di sabato 20 novembre in piazza Libertà sei membri del Comitato civico "La Società della Cura", che hanno distribuito volantini ai passanti per spiegare le ragioni del proprio no al disegno di legge in discussione in questi mesi al Palazzo regionale
Saronnesi in piazza contro il progetto di legge di riforma della sanità lombarda che modifica la legge n°33 del 2009, in esame in questi settimane al Consiglio di Regione Lombardia.
Presenti nella mattinata di sabato 20 novembre in piazza Libertà sei membri del Comitato civico “La Società della Cura”, che hanno distribuito 500 volantini per spiegare le ragioni del proprio no al disegno di legge in discussione in questi mesi al Palazzo regionale.
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“La salute non si vende. La sanità deve essere pubblica, universale, laica, gratuita” si legge nei manifesti del Comitato, per il quale le proposte di riforma presentate dalla Giunta regionale «sono completamente assenti la programmazione, la prevenzione, il coinvolgimento dei territori, la tutela dell’ambiente. Si parifica la sanità privata a quella pubblica, che viene ulteriormente depotenziata».
“Gli oltre 35.000 morti per Covid hanno smascherato l’eccellenza sanitaria della Lombardia – spiega il manifesto -. Questi numeri, unici in Italia, sono in parte dovuti alla gestione catastrofica da parte delle istituzioni preposte dell’emergenza, ma sicuramente derivano anche dal progressivo smantellamento che si è avuto in Lombardia dei principi che hanno fatto nascere il Sistema Sanitario Nazionale, dai tagli alla sanità pubblica a favore di quella privata, dallo smantellamento della sanità territoriale, dall’assenza di politiche di prevenzione e di programmazione sanitaria che partissero dai bisogni di salute dei territori”.
Tra le proposte avanzate dal gruppo per una riforma sanitaria più efficiente ci sono la realizzazione di un piano straordinario di stabilizzazione ed assunzione di personale sanitario per le strutture pubbliche e l’organizzazione dei servizi pubblici in distretti, dipartimenti, presidi ospedalieri, con una particolare attenzione all’integrazione socio-sanitaria.
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