A Saronno scambi di denaro in stazione e incontri dei membri della cosca di ‘ndrangheta
A Saronno c’è il fulcro di tantissimi scambi di denaro tra estorsori e vittime, molte delle quali imprenditori, professionisti o artigiani del territorio che circonda la città degli amaretti
Le indagini delle direzioni distrettuali antimafia di Milano, Firenze e Reggio Calabria e della Guardia di Finanza di Como contro gli appartenenti del clan Molè-Piromalli hanno il loro centro nella provincia Comasca.
È però a Saronno, in particolare nei pressi della stazione ferroviaria, che c’è il fulcro di tantissimi scambi di denaro tra estorsori e vittime, molte delle quali imprenditori, professionisti o artigiani del territorio che circonda la città degli amaretti.
Operazione contro la ‘ndrangheta, sette arresti tra Saronno e Gallarate
Delle 104 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, accusati a vario titolo di far parte dell’organizzazione criminale di ‘ndrangheta, ce ne sono sette che ruotano attorno al Saronnese.
Fanno tutti capo alla locale di Fino Mornasco, una diramazione territoriale delle famiglie calabresi che può godere di una certa autonomia ed è generalmente dotata di armi e mezzi per imporre il proprio dominio sulla zona di interesse. Uno abitava in zona Gallarate, due a Saronno (tra questi un noto commercialista già coinvolto in un’indagine per fatture false), uno a Castronno, due a Gerenzano e uno a Cislago. A tutti viene contestata l’associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il gruppo del Varesotto è coinvolto in diversi affari, tra questi figurano un paio di ristoranti della Milano bene (uno al 20esimo piano del grattacielo Wjc al Portello) e diverse società cartiera, spesso intestate a giovani rampolli, utili sono a creare false fatturazioni.
Nelle carte dell’ordinanza, oltre alle estorsioni ai danni di attività e locali del territorio che gravita intorno a Saronno, in particolare un noto ristorante a Caronno Pertusella e un’impresa che si occupa di riciclo di materiali di Gerenzano, alle quali negli anni sono stati “succhiate”centinaia di miglia di euro.
Aziende e ristoranti spremuti come limoni da Caronno a Gerenzano, così la ‘ndrangheta comandava
Protagonisti delle estorsioni i membri della famiglia Ficarra (Domenico classe ’84 e Domenico classe ’85, Massimiliano, Daniele, Antonio, Rocco), legata alla locale di ‘ndrangheta di Fino Mornasco. Alcuni di loro vivevano in provincia di Varese, altri in provincia di Como: ed è proprio nei pressi della stazione di Saronno che avvenivano incontri, scambi di denaro e minacce. Saronno compare più volte nelle carte dell’inchiesta, sia perché è la città di origine o di residenza di alcuni degli indagati, sia perché è il punto spesso scelto per i rendezvous criminali del sodalizio. Ci sono 45.000 euro consegnati in più tranches, nel 2007, ad uno degli arrestati da un broker di Lomazzo vittima di estorsione, altri passaggi di denaro avvenuti sempre nella zona della stazione ferroviaria e una sala slot utilizzata come punto di incontro per diverse operazioni criminali. I legami con la cosca calabrese attiva nel Comasco, insomma, erano forti e ben radicati anche nel territorio Saronnese e Varesotto.
Già negli anni scorsi la zona era stata interessata da arresti che avevano colpito, in particolare, le famiglie di Seminara dei Tripepi e De Marte. Dalle carte dell’ultima operazione emerge come alcuni componenti del gruppo familiare dei Salerni fosse molto legato ai Tripepi coi quali avevano condiviso l’organizzazione dello spaccio al dettaglio nelle piazze del Saronnese.
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