19,1 milioni di euro per migliorare il tratto italiano della Via Francigena: 453mila arriveranno in Lombardia
Il pellegrinaggio più importante del Bel Paese si aggiudica importanti fondi per la valorizzazione e la sistemazione della tratta che unisce il passo del Gran San Bernardo a Santa Maria di Leuca
Si è appena concluso il “Road to Rome 2021. Start again!”, la lunga marcia che da giugno ad ottobre del 2021 ha visto alcuni rappresentati dell’Associazione Europea delle Vie Francigene- AEVF percorrere i 3200 km di uno dei pellegrinaggi più famosi d’Europa. Da Canterbury a Santa Maria di Leuca, la Via Francigena attraversa 4 nazioni, centinaia di comuni e decine di regioni. Scopo della marcia era anche quello di attirare l’attenzione delle istituzioni dei vari territori interessati ed invitarli ad investire su di un progetto di turismo lento che possa essere volano di sviluppo economico, e sostenibile, delle aree che attraversa.
Un importante passo in questa direzione lo compie senza dubbio il governo italiano, che ha deciso di stanziare ben 19,1 milioni di euro a favore della sistemazione dell’intero tratto di Via Francigena che si sviluppa nella penisola. Si tratta di 68 interventi: messa in sicurezza del sentiero, nuovi tratti ciclabili, sistemazione di ponti, aree di sosta e fontanelle, marciapiedi, sistemazione di banchine.
La suddivisione regionale delle risorse finanziarie è la seguente: Valle d’Aosta 1.810.525 €; Piemonte 1.669.617€; Lombardia 450.354€; Emilia 1.670.625€; Liguria 342.941€; Toscana 4.310.403€; Lazio nord 1.086.340€; Lazio sud 1.114.140€; Campania (nelle province di Caserta, Benevento e Avellino) 893.892€; Puglia 810.000€. Pe un totale di 14.158.931€. Le Regioni della Via Francigena del sud beneficiano di un ulteriore finanziamento per azioni di geolocalizzazione e segnaletica (verticale e orizzontale) pari a 1.500.000€. Sono previsti infine 350.000€ per la cartellonistica generale e altre azioni trasversali. Un significativo capitolo di spesa di 3.107.985 € va al piano della comunicazione nazionale e, soprattutto, per il lavoro di candidatura UNESCO del tratto italiano della Via Francigena.
E a proposito di cammini e di siti UNESCO ricordiamo che anche la provincia di Varese ha un importante pellegrinaggio che la attraversa e che in questi ultimi anni, da quando è stata cioè recuperata, segnata e si è creata la rete di accoglienze, ha giocato un importante ruolo nello sviluppo turistico, culturale ed economico dei comuni del varesotto. Parliamo ovviamente della Via Francisca del Lucomagno che dal Lago Ceresio giunge a Pavia in 8 tappe passando attraverso la Valmarchirolo, la Valganna, Varese e la Valle Olona, fino a Busto Arsizio e Castellanza. Lungo il suo tratto italiano cinque parchi e due siti UNESCO, il Sacro Monte di Varese e Castelseprio. Una volta arrivati a Pavia, la Via Francisca si “innesta” proprio sulla Via Francigena che porta a Roma e poi ancora più giù, lungo la Via Francigena del Sud, a Santa Maria di Leuca.
Credere nel turismo lento, investire sul suo sviluppo, promozione e valorizzazione significa credere in una nuova forma di turismo, più sostenibile da tanti punti di vista: ambientale, economico, sociale. “Si tratta di una notevole opportunità per la Via Francigena che vive oggi un momento di grande dinamismo e riconoscimento internazionale”, scrive Luca Bruschi, direttore AEVF sul sito dell’associazione, ” E’ cresciuta la consapevolezza nei territori sull’importanza di investire energie e risorse su un progetto che favorisce lo sviluppo culturale, socio-economico e turistico delle aree attraversate e di quelle circostanti. Il prossimo obiettivo, in vista del Giubileo 2025, è di portare a conclusione la candidatura UNESCO ed inserire l’itinerario nel Patrimonio dell’Umanità.”
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