Il Presidente dei commercianti: “I cortei no green-pass al sabato ci stanno danneggiando”
Rudy Collini di Uniascom Confcommercio lancia l’allarme in vista del Natale: "Nei giorni delle manifestazioni i negozi perdono quasi il 30% di fatturato"
«Stop ai cortei dei “no green pass” al sabato nelle piazze delle nostre città». Rudy Collini, presidente di Uniascom Confcommercio provincia di Varese, lancia un appello di responsabilità agli organizzatori delle manifestazioni affinché «le sospendano o trovino altre modalità e altri giorni per scendere in piazza, in modo da non nuocere ulteriormente i commercianti, già fortemente penalizzati dalla pandemia».
Una posizione che Collini condivide la linea del presidente nazionale Carlo Sangalli. «Soprattutto con l’avvicinarsi del periodo natalizio, non possiamo permetterci dopo tutta la sofferenza di questo lungo anno e mezzo di pandemia, che si crei un clima di contrapposizione dannoso per la società civile e per il mondo delle imprese».
Centri storici paralizzati
Il presidente Collini, con la sua uscita, non contesta le manifestazioni, «perché il diritto di rendere pubbliche le proprie opinioni è sacrosanto e la libertà di esprimere le proprie idee è il fondamento della nostra democrazia», quanto piuttosto le modalità delle proteste, concentrate nel primo giorno del week-end.
«Le contestazioni, concentrate nelle principali piazze delle nostre città, paralizzano i centri storici, tengono lontane le persone dalla tradizionale passeggiata in zona pedonale e perciò riducono la presenza di clienti nei negozi. In questi primi tre sabati di sit-in si è stimata una perdita di fatturato di quasi il 30%, in una giornata fondamentale come quella del sabato che da sola vale il 25% dell’intero incasso settimanale».
Proprio il 13 novembre è prevista la prossima manifestazione a Saronno ma molte ce ne sono state a Varese e Busto Arsizio nelle scorse settimane.
Il nemico è il Covid
Collini, infine, condivide le parole del presidente Sangalli: «La probabile estensione dell’emergenza sanitaria dimostra che la pandemia resta ancora un problema aperto e una fonte di preoccupazione. Proprio per questo è fondamentale ricordare che è il Covid il nemico comune e non le soluzioni per combatterlo. Lo stesso virus che ha provocato perdite umane gravissime e colpito profondamente centinaia di migliaia di imprese, soprattutto del terziario, che solo ora si stanno rialzando».
«Ricordo che un anno fa in questi giorni iniziava il secondo durissimo lockdown che ha portato alla chiusura temporanea di circa il 70% di aziende nel settore del commercio dei servizi e del turismo, con ripercussioni pesantissime e drammatiche nelle aziende e famiglie coinvolte. Ecco perché», conclude, «va messo in campo ogni sforzo per contenere il contagio e permettere alle imprese di lavorare lasciando alle spalle quel durissimo periodo»
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