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In piazza Castelbarco a Cislago le celebrazioni per il 4 novembre

La “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate” è stata celebrata alla presenza delle autorità locali e di decine di studenti delle scuole del paese

In piazza Castelbarco a Cislago le celebrazioni per il 4 novembre

Si è svolta nella mattinata di giovedì 4 novembre in piazza Castelbarco a Cislago la celebrazione per la “Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate”. Si ricorda infatti in questo giorno l’anniversario del cosiddetto armistizio di Villa Giusti, siglato a Padova il 3 novembre 1918, che segnò la resa austriaca e la fine della Prima Guerra Mondiale: gli italiani rientrarono nei territori di Trento e Trieste e venne così portato a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.

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Alla cerimonia hanno preso parte il sindaco Stefano Calegari, diversi membri dell’amministrazione comunale, i rappresentanti delle Forze dell’ordine e delle associazioni combattentistiche e d’arma, una rappresentanza della Croce Rossa Italiana e della Protezione civile e la banda cittadina.

Presenti all’evento anche una settantina di studenti delle scuole del paese. Proprio durante la celebrazione è avvenuto il passaggio del testimone tra il sindaco dei bambini uscente e il nuovo primo cittadino: Andrea Consonni ha consegnato la fascia tricolore al nuovo sindaco Matteo Liso, studente di quarta della scuola primaria del paese.

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A prendere parola a inizio cerimonia il sindaco di Cislago Stefano Calegari, che nel suo discorso ha voluto ricordare i nomi di alcuni dei 52 cislaghesi caduti al fronte durante il primo conflitto mondiale, i cui nomi sono incisi sul monumento ai Caduti presente in piazza Castelbarco: «Ho ritrovato il nome di Anselmo Pizzigoni, soldato semplice del 61° reggimento di fanteria, nato a Cislago l’11 gennaio 1899 e morto a Parma il 26 agosto 1918, solo pochi mesi prima della fine della guerra: aveva solo 19 anni; ma anche Luigi Rimoldi, caporale del 143° reggimento di fanteria, nato il 17 luglio 1897, morto il 12 settembre 1917 sul Medio Fiume Isonzo per ferite riportate in combattimento, aveva 20 anni; Giuseppe Uboldi, soldato semplice del 242° reggimento di fanteria, nato il 18 novembre 1898 non ha più fatto ritorno a Cislago, è stato dato per disperso in combattimento sul monte Vodice, aveva 19 anni. E ancora, Felice Suigo, sottotenente di fanteria, e Gerolamo Bollati, caporale, morti per ferite riportate in combattimento, rispettivamente a 21 e 20 anni; Giovanni Farioli, morto in combattimento sul Carso a 19 anni, Vittorio Landoni morto per malattia in un campo di prigionia pochi giorni prima della fine della guerra, il 31 ottobre 1918, all’età di 25 anni. È per loro che siamo qui oggi, perché possano continuare a vivere nel nostro ricordo. È questo quello che oggi possiamo fare per loro: un gesto di omaggio, una corona di fiori, ma anche il ricordo che rende perpetue le loro vite spezzate troppo presto. Se ognuno di voi ragazzi nel proprio piccolo farà quello che gli compete, studiare, impegnarsi, rispettare le regole, rispettare tutte le persone, essere gentili, usare parole buone, ecco, farete vivere per sempre questi uomini».

Per onorare anche l’impegno e il sacrificio delle donne durante gli anni della prima guerra mondiale sono poi state lette alcune lettere che una giovane donna, Giuseppina Mandredi, inviava al marito al fronte. «Non solo gli uomini hanno sofferto per le atrocità della guerra – ha proseguito il sindaco Calegari -. Anche le donne hanno fatto la loro parte: hanno lavorato nelle fabbriche lasciate sguarnite dagli uomini, hanno accudito bambini e anziani, hanno continuato il lavoro nei campi, sono state al fronte come crocerossine, o come portatrici, come le donne della Carnia, che portavano sui monti munizioni, armi e equipaggiamenti ai soldati, qualcuna fu anche spia, qualcuna infiltrata di guerra… tutte hanno fatto la loro parte, come i loro uomini partiti soldati».

Quest’anno le celebrazioni del 4 novembre, sono state dedicate alla memoria del Milite ignoto: il 4 novembre 2021 ricorre infatti il centenario della tumulazione della salma di un soldato senza nome nella tomba dell’Altare della Patria, gesto altamente simbolico con cui l’Italia volle ricordare dopo la tragedia della prima guerra mondiale, tutti i caduti in guerra.

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Redazione Saronnonews
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Pubblicato il 04 Novembre 2021
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