Il racconto di Davide, lavoratore della Gianetti Ruote: “Abbandonati da tutti, siamo in mezzo a una strada”
Davide è uno dei 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto licenziati con una mail il 3 luglio scorso. Dopo tre mesi e mezzo, le speranze di una soluzione positiva si allontanano: "Rimettersi in gioco a 50 anni e dopo 31 anni di lavoro in Gianetti è complicato"
Del caso della Gianetti Ruote si è scritto e sentito parlare per mesi. Da quel 3 luglio, quando fu la prima azienda in Italia dopo la fine del blocco dei licenziamenti a comunicare via mail a 152 lavoratori la chiusura della storica fabbrica brianzola di Ceriano Laghetto, a due passi da Saronno.
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Per tre mesi e mezzo i lavoratori hanno provato a combattere tra presidio permanente all’esterno dell’azienda, manifestazioni e blocchi stradali, udienze in Regione e al Ministero che però non hanno portato nulla di buono. Il Tribunale di Monza ha infatti confermato i licenziamenti dando ragione al fondo Quantum proprietario della Gianetti Ruote da tre anni. Nei giorni scorsi il presidio dei lavoratori è stato smantellato e la strada che porta alla fabbrica chiusa.
Davide è uno dei 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto. Ha cinquant’anni, 31 dei quali passati al lavoro in Gianetti: «Io come altre 151 persone siamo stati buttati in mezzo a una strada da un fondo finanziario tedesco che ha comprato Gianetti 3 anni fa. Il 3 luglio dopo un turno di lavoro straordinario ci sono state mandate le email che annunciava che il sito produttivo sarebbe chiuso per cessata attività, da qui abbiamo impugnato i licenziamenti come in Gkn a Firenze (stessa procedura di licenziamento): loro hanno vinto e fatto ritirare le lettere e invece da noi il tribunale di Monza ha dato ragione alla proprietà – spiega il lavoratore -. Da qui in poi ci stanno abbandonando tutte le istituzioni che prima avevamo provato ad aiutarci e adesso ci hanno anche buttato fuori dal parcheggio della sede Gianetti. Quelle istituzioni, Comune di Ceriano Laghetto, Regione e Mise che invece di stare con noi adesso sono con l’azienda – prosegue Davide, arrabbiato e deluso -. Il presidio che avevamo istituito all’interno del parcheggio ci è stato tolto e siamo letteralmente in mezzo a una strada, abbandonati da tutti».
L’azienda nata nel 1800 è stata specializzata nella costruzione di ruote, per i carri prima, per camion, tir, mezzi pesanti e Harley Davidson ora sotto il nome di Gianetti Fad Wheels: come hanno confermato i lavoratori e i sindacati, il lavoro c’era e le commesse anche, ma la proprietà ha deciso una ristrutturazione che ha portato alla chiusura senza alternative.
Qualche lavoratore (pochi) è stato assunto in altre aziende, gli altri guardano al futuro con incertezza e timore: «Io ho 50 anni e 31 anni di Gianetti, la mia mansione era addetto al controllo qualità. Ho una moglie e 2 figli adolescenti a carico e mi tocca rimettermi in gioco in un altro ambiente lavorativo dopo 30 anni, praticamente un’epoca diversa da quando cercavo io il lavoro da giovane – spiega Davide, residente a Rho -. Le speranze sono quelle di trovare subito un’occupazione soprattutto con contratto a tempo indeterminato perché adesso con tutti i contratti che si sono inventati al Governo rischio di non arrivare mai più alla pensione».
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