Cremascoli (Salviamo il paesaggio di Cislago): “Materiale vecchio e riciclato per il nuovo centro sportivo”
Maurizio Cremascoli, portavoce dell'associazione Salviamo il Paesaggio di Cislago, commenta la notizia che ha recentemente coinvolto il nuovo centro sportivo del paese
Maurizio Cremascoli, portavoce dell’associazione Salviamo il Paesaggio di Cislago, commenta la notizia che ha coinvolto il nuovo centro sportivo del paese.
Recentemente inaugurato, il nuovo impianto sportivo è uno dei filoni al centro dell’indagine della Guardia di Finanza, del Gruppo Forestale di Como e dei carabinieri della compagnia di Cantù denominata “Terre Fantasma”: per la sua costruzione infatti, sarebbero stati utilizzati rifiuti speciali non pericolosi provenienti da un impianto di Rovellasca, in provincia di Como, e prodotti in diversi cantieri edili di diverse province lombarde (qui l’articolo completo).
Traffico di rifiuti, materiale usato anche per il centro sportivo di Cislago
«La compensazione ambientale di cui si parlava nel progetto di costruzione del nuovo centro sportivo era già poco credibile allora – dichiara Cremascoli -. Nuova cementificazione, nuovo consumo di suolo e utilizzo di erba sintetica: di naturale c’è ben poco. Oltretutto il campo “nuovo” con materiale vecchio e riciclato, non è stato consegnato con tettoia per le tribune».
«Il campo del centro sportivo di via Papa Giovanni XXIII era già omologato ai sensi dei regolamenti sportivi, poi “segato” di poco ( perdendo così il riconoscimento) per il passaggio di Pedemontana che poteva essere fatta in galleria oltre la Varesina – continua il cislaghese -. Tra l’altro se il campo del vecchio centro sportivo fosse stato lasciato com’era e valorizzato, l’attività sportiva, non avrebbe neanche subito interruzioni. Quindi non è un risarcimento per il passaggio di un’autostrada che ha già devastato il paesaggio e l’ecosistema esistente».
Cremascoli conclude con un riferimento al nuovo fast food che dovrebbe sorgere tra via Carducci e viale dello Sport: «L’arrivo di un fast food in viale dello Sport non è indicato nelle “diete mediterranee” e neanche a livello “sportivo” come consigliato da Slow Food, poi chissà che caos viabilistico produrrà, già notevole sulla Varesina».
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