Sport e ambiente: l’unione che fa bene al pianeta
UISP è da sempre sensibile alle tematiche legate all'ecologia. Le esperienze di PreCop26 a Milano e del "mondiale" di plogging in Val Pellice
Si è appena chiusa a Milano la PreCop26, un incontro preparatorio in vista della Cop26 (Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. Sono in particolare i giovani che stanno scendendo in piazza, al fianco degli attivisti più noti, per chiedere azioni concrete ai governi di tutto il mondo.
La salvaguardia dell’ambiente è un tema fondamentale della nostra epoca e anche lo sport può fare la sua parte, dando un aiuto concreto alla preservazione delle risorse e alla lotta contro gli sprechi. La Uisp si muove da tempo in tal senso, ribadendo attraverso le sue iniziative l’importanza della tutela del pianeta.
A sottolinearlo è Santino Cannavò, responsabile politiche ambientali Uisp. «Non è possibile continuare a sovraprodurre come ora. L’unica strada percorribile è produrre solo il necessario, consumare il giusto, riciclare il più possibile sapendo contenere le scorte di materia e energia e convertendo la produzione di energia da fonti fossili a quelle rinnovabili, sviluppare i principi di condivisione dei beni contro il progetto della privatizzazione di tutto». È insomma necessario rifondare il sistema economico e sociale e lo sport, sotto questo punto di vista, può fare tanto.
Diverse le iniziative Uisp in programma in questi giorni, tra cui il primo Campionato mondiale di plogging, appuntamento che unisce l’utilità della raccolta rifiuti e il beneficio della corsa. Dall’1 al 3 ottobre, a Val Pellice, in provincia di Torino, sono stati un centinaio gli atleti e le atlete a competere per aggiudicarsi la palma di primo Campione del mondo di plogging, disciplina nata in Svezia che unisce la corsa alla raccolta dei rifiuti. Per il punteggio saranno valutati la distanza percorsa, il dislivello positivo e i rifiuti raccolti, trasformati in CO2 equivalente risparmiata. Nelle fasi di qualificazione, gli atleti hanno già raccolto 60 kg di rifiuti, risparmiando approssimativamente 89 kg di CO2.
«È importante aver trovato nel connubio tra ambiente e sport un mezzo di comunicazione vincente, abbiamo bisogno di correre per salvare noi stessi dai danni che abbiamo provocato, abbiamo bisogno di allenarci duramente per cambiare abitudini, se vogliamo che i nostri figli vivano in un pianeta bello come lo abbiamo conosciuto noi. E la corsa, soprattutto quella in montagna, rappresenta una straordinaria metafora», ha detto Roberto Cavallo, ideatore della manifestazione.
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