Referendum Cannabis Legale: inadempienti 27 comuni in provincia di Varese
A renderlo noto l’Associazione Luca Coscioni, promotrice in queste settimane della raccolta firme per l’indizione dei referendum sulla legalizzazione della cannabis e sul fine vita
Un grande successo in termini di partecipazione quello che in pochi giorni ha portato la Fondazione Luca Coscioniper a raccogliere centinaia di migliai di firme per indire due referdum: uno sull’Eutanasia Legale e uno sulla Legalizzazione della Cannabis. Firme che vanno però autenticate dai comuni dove risiedono i firmatari, se questi hanno firmato on line. I comuni hanno per legge 48 ore per provvere e, ad oggi, 1800 risultano inadempienti. Il termine per la presentazione delle firme autenticate è il 30 settembre 2021.
Sul sito della Fondazione Luca Coscioni si legge che “Grazie all’allarme che abbiamo lanciato, moltissimi, nel frattempo, ci hanno inviato e ci stanno inviando i certificati. Non siamo in grado di aggiornare l’elenco in tempo reale. Questi erano i Comuni maggiormente inadempienti alla scadenza delle 48 ore previste dalla legge per il rilascio dei certificati.”
Nella lista compaiono 27 comuni del varesotto.
Angera
Arcisate
Bedero Valcuvia
Besano
Brezzo di Bedero
Cantello
Casale Litta
Castelseprio
Cavaria con Premezzo
Cazzago Brabbia
Cislago
Clivio
Cugliate-Fabiasco
Gallarate
Germignaga
Jerago con Orago
Malnate
Marzio
Mercallo
Montegrino Valtravaglia
Morazzone
Orino
Samarate
Saronno
Somma Lombardo
Tradate
Nel mentre il comitato chiede una proroga
Il 24 settembre si è tenuto anche un sit-in di protesta a Roma, per chiedere una proroga alla consegna delle firme+ certificati elettorali proprio per permettere ai comuni di rispondere senza ignorare le richieste di centinaia di migliaia di persone.
“600mila italiani hanno firmato, con firma autenticata, il referendum per la legalizzazione della cannabis,”, hanno dichiarato Marco Perduca, Antonella Soldo, Riccardo Magi, Leonardo Fiorentini e Franco Corleone nel corso del punto stampa con i giornalisti il giorno della manifestazione, “Ma in queste ore i comuni a cui abbiamo chiesto i certificati elettorali, che vanno tassativamente depositati insieme alle firme entro il 30 settembre, non stanno rispondendo. Non può andare a danno dei diritti di partecipazione e della legge. Ci appelliamo al governo perché si consenta che si possano depositare firme e certificati per poter depositare firme e certificati entro il 30 ottobre e non entro il 30 settembre, così come già concesso alle altre raccolte di firme in corso.
Raccolta firme on line: Facile a dirsi, meno a farsi
Mentre i giuristi dibattono se sia un bene o un male tale “facilità referendaria”, qualcuno solleva il problema di come le firme on line porteranno ad una valanga di richieste referendarie. Cosa che, tutto sommato, non sembra essere una così brutta minaccia, se guardiamo anche solo alla vicina Svizzera, dove i cittadini sono chiamati ad esprimersi spesso sulle più svariare tematiche (non da ultimo la parificazioni dei matrimoni omossessuali a quelli eterosessuali che ha visto la vittoria del fornte del sì con il 68% dei voti).
Tale prospettiva è comunque ben lontana se si pensa che, ad oggi, ogni firma raccolta ha un costo per i promotori di circa 1 euro. Sommando le firme raccolte per i due quesiti nelle ultime settimane, il costo per la Fondazione Luca Coscioni è di circa 800mila euro. Non proprio importi alla portata di tutti. Per questo motivo, hanno anche indetto una raccolta fondi che è possibile sostenere qui:
Raccolta fondi a sostegno del referendum per l’Eutanasia Legale
Raccolta fondi a sostegno del referendum sulla Legalizzazione della Cannabis
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