Elezioni Cislago, l’intervista a Luciano Lista
Intervista al candidato sindaco della lista civica Uniamo Cislago: passioni, curiosità, storia politica, programmi e sogni nel cassetto in vista del voto del 3 e 4 ottobre
Quattro candidati alla poltrona di primo cittadino di Cislago. Quattro interviste per conoscere meglio gli aspiranti sindaci, i punti chiave dei programmi elettorali e i valori delle liste che li sostengono.
Luciano Lista è il candidato sindaco del movimento civico Uniamo Cislago. Classe 1971, sposato e padre di due figli di 16 e 18 anni, risiede a Cislago dal 1999.
Ha una doppia laurea in Giurisprudenza ed in Economia e Commercio e da 30 anni lavora all’interno delle Forze dell’ordine.
Tra le sue grandi passioni c’è quella per l’economia, il diritto e il mondo dell’informazione: è abbonato a riviste di settore, gli piace rimanere aggiornato su ciò che accade nel mondo e seguire le dinamiche del cambiamento sociale. È anche giornalista pubblicista da circa 10 anni: in passato ha scritto editoriali per diversi giornali locali.
Tra i suoi hobby c’è il bricolage e la cura di un orto domestico. Ha la patente nautica e con la sua barca visita spesso l’arcipelago toscano. Il suo sogno da bambino era fare il notaio.
Si è avvicinato al mondo della politica quasi trent’enne: ha mosso i primi passi nella città di Busto Arsizio, iniziando la gavetta con corsi di formazione, attività sul territorio e partecipazione ai Consigli comunali. Fu uno dei candidati a Busto nella tornata elettorale del 2006, dove ottenne il massimo numero di preferenze espresse per Alleanza Nazionale: qui per cinque anni svolse il ruolo di assessore con delega alla Sicurezza e alla Viabilità, compito che gli fu riconfermato dopo le elezioni del 2011, fino al rimpasto di Giunta che vi fu nel 2013.
Di quel periodo in cui fu assessore ricorda: «Sono stati gli anni più belli e più impegnativi della mia vita politica, stavo facendo una cosa completamente nuova, ho dovuta studiare molto, la mia formazione l’ho fatta direttamente sul campo e non è stato semplice. La passione politica nasce proprio dall’esperienza di Busto Arsizio, il fatto di poter realizzare qualcosa che renda felici le persone e che migliori la loro qualità della vita per me è stata una gratificazione unica. La politica deve essere al servizio delle persone, se fai cose che non servono a nessuno o che servono soltanto a pochi significa che hai sbagliato. Deve vincere sempre l’interesse generale, l’interesse di tutti, mai l’interesse particolare. Questo mio modo di impormi mi ha creato anche un’infinità di nemici e di ostruzionismo, io scrollo le spalle e vado avanti per la mia strada».
A Cislago si candidò per la prima volta nel 2016 con la lista “Cartabia Sindaco”. Ricoprì per circa un anno il ruolo di vicesindaco e assessore con delega a Bilancio, Tributi e Viabilità, per poi dimettersi nel 2017 per contrasti con il gruppo di maggioranza. Rimase comunque all’interno del Consiglio comunale in qualità di consigliere fino a febbraio 2020, con le dimissioni del sindaco Gian Luigi Cartabia e il conseguente arrivo della commissaria prefettizia Federica Crupi.
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LA LISTA ELETTORALE – «È una squadra di persone affiatate, coerenti, che hanno a cuore il futuro del paese, che hanno profondo rispetto per le istituzioni e che vogliono dedicarsi con spirito di servizio ad amministrare il patrimonio di tutti. Le competenze che mettiamo in campo sono di tipo giuridico, sociale, sanitario e urbanistico; tra di noi ci sono avvocati, commercianti, liberi professionisti e persone con diversi tipi di esperienza, ma soprattutto non ci sono i professionisti della politica che si riciclano per avere un ruolo. La nostra lista è formata da sei uomini e sei donne, quindi siamo andati oltre la quota che la norma prevede per il genere femminile».
QUI IL PROGRAMMA DELLA COALIZIONE DI UNIAMO CISLAGO
CISLAGO 2021, COME DEFINIREBBE IL PAESE OGGI? – «Oggi lo definirei un paese che ha bisogno di cure, perché al di là degli spot e degli slogan elettorali credo che Cislago meriti più attenzione. Sui servizi c’è bisogno di puntare al miglioramento della qualità della vita e di avere un occhio di riguardo per chi versa in condizioni di disagio, può essere un disagio economico, fisico o culturale: un’amministrazione comunale deve pensare anche a loro».
COM’È CAMBIATO IN QUESTI CINQUE ANNI? – «Secondo me il paese non è cambiato, è rimasto fermo. È semplicemente un paese trascurato, un paese che non ascolta perché non è messo nelle condizioni di ascoltare. C’è bisogno di ripristinare l’ascolto, le persone hanno bisogno di recuperare la fiducia, soprattutto dopo due anni di pandemia, c’è bisogno di riacquistare la socialità. L’amministrazione comunale oggi ha un importante obbligo, quello di ascoltare i suoi cittadini, la sua comunità in base alle esigenze e ai problemi che emergono gestire il patrimonio degli altri».
UN SOGNO PER CISLAGO DA REALIZZARE – «Vorrei dare voce ai giovani e realizzare una struttura, una comunità giovanile, in cui possano ritrovarsi per gestire i propri spazi e il proprio tempo libero in modo responsabile. Dovrà essere un progetto che li veda autodeterminarsi, quindi autogestire la struttura e il proprio tempo libero, attraverso l’organizzazione di eventi, attività culturali e conviviali. Secondo me solo dando loro la responsabilità possono maturare velocemente, crescere e imparare a gestire il proprio tempo».
PUNTI CHIAVE DEL PROGRAMMA ELETTORALE – «Il nostro è un programma concreto, pragmatico e condiviso: abbiamo fatto due sondaggi, incontri con commercianti e associazioni e raccolto idee e proposte da tutti i portatori di interessi per capire i bisogni e le necessità. È un programma realizzabile, perché siamo convinti che il libro dei sogni non porti da nessuna parte. Ad esempio nel programma del 2016 non c’era la rotonda tra la via IV Novembre e la via Cesare Battisti: in un solo anno, ho trovato le risorse per la realizzazione di quella rotonda che non era programmata, ma era necessaria e richiesta, questo significa che le risorse economiche di ogni ente bisogna saperle gestire con oculatezza. Nel nostro programma c’è il sostegno, attraverso l’istituzione di un fondo ad hoc, a progetti sportivi che coinvolgano i ragazzi disagiati segnalati dai Servizi sociali e i portatori di handicap: il nostro motto è l’accesso allo sport per tutti. Vogliamo sostenere anche le associazioni culturali e sportive, a cui vogliamo dedicare nuovi spazi e supportare le associazioni che si occupano di animali. Vogliamo creare in tutte le zone del paese aree cani di dimensioni più ridotte rispetto a quella attuale, che è troppo grande e ha costi di gestione troppo elevati: questo per dare la possibilità a tutti di poter usufruire di questo servizio senza doversi spostare con l’auto. Per l’area nord del paese vogliamo rivedere il progetto dell’area feste: vogliamo creare un parco pubblico che dovrà essere ben illuminato e videosorvegliato, con percorsi ciclo-pedonali, un’area cani, un parcheggio pubblico dove una volta a settimana potrà essere realizzato un piccolo mercato in aggiunta a quello del venerdì in centro paese, spazi per le associazioni e un bar/tabaccheria».
PRIMA COSA CHE FARÀ DA SINDACO? – «Il primo atto sarà in favore delle famiglie con disabili, cioè la restituzione del contributo che pagano per l’accesso ai centri diurni dei loro famigliari, prevedendo un nuovo regolamento che abbia al centro la progressività: chi versa in condizioni di povertà e di difficoltà non deve dare questo contributo. Quando ero assessore al Bilancio ho inserito nel regolamento della Tari una piccola variante che va proprio in favore di famiglie con disabili in casa, cioè che la tariffa della Tari non avrebbe mai tenuto conto del disabile in casa. Sono piccoli gesti che però aiutano e dimostrano vicinanza a queste persone che hanno già una vita complicata».
PRIMI 100 GIORNI, QUALI IMPEGNI? – «La prima azione, in modo coerente e pragmatico, sarà quella di programmare il prossimo bilancio 2022 in modo da realizzare ad hoc e programmare nel tempo tutti i progetti che abbiamo inserito nel programma, perché non bisogna illudere le persone. Ormai è ottobre, l’anno è finito e non si potranno utilizzare i soldi che già sono stati impegnati, quindi nei primi 100 giorni bisognerà programmare quello che ci sarà da fare».
SINDACI DEL PASSATO A CUI SI ISPIRA? – «I riferimenti di persone pragmatiche e impegnate a fare il bene sono tante, però ognuna di queste ha fatto qualcosa che non mi è piaciuto. Diciamo che più che una persona di riferimento ho un modello di riferimento, cioè avere una gestione accurata dei soldi pubblici e rendendo il maggior numero di persone contente e soddisfatte dei provvedimenti adottati. Voglio fare davvero le cose nell’interesse generale».
QUALI QUALITÀ DOVREBBERO CONTRADDISTINGUERE UN BUON SINDACO – «Rispetto per l’interlocutore, competenze e coerenza».
SAREBBE UN SINDACO A TEMPO PIENO? – «Sì per forza. Io amo il mio lavoro, però fare il sindaco esige tempo pieno perché il sindaco deve ascoltare i cittadini, deve andare in giro per il paese, deve guardare e deve dare risposte alla cittadinanza, quindi c’è bisogno di dedicarsi a tempo pieno a questa attività».
TRA I SUOI AVVERSARI IN CORSA, CE N’È UNO CHE TEME DI PIÙ? – «Guardando la presentazione e la composizione delle liste, credo che quella di IES potrebbe attirare più voti per il semplice fatto che hanno puntato sulla disomogeneità. Sono disomogenei per storia, per cultura e per attinenza politica, è una lista costruita esattamente con l’obiettivo di puntare ai voti, ma in realtà non hanno nulla di politicamente condivisibile».
L’APPELLO AL VOTO:
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