Pd Saronno: “Ecco perché candidare Saronno per ospitare una Casa di Comunità”
Di una Casa di Comunità in città ne ha recentemente parlato il sindaco Augusto Airoldi, precisando che l'amministrazione comunale ha messo a disposizione delle autorità sanitarie regionali l’ex ASL di via Fiume
Di una Casa di Comunità a Saronno ne ha recentemente parlato il sindaco della città Augusto Airoldi, precisando che l’amministrazione comunale ha messo a disposizione delle autorità sanitarie regionali l’ex ASL di via Fiume.
Case e Ospedali di Comunità sono parte della riforma della legge sanitaria regionale di cui sta discutendo negli ultimi mesi la Giunta Fontana. Recentemente è stato approvato il progetto per la realizzazione di queste nuove strutture nel territorio di Milano, con un preciso cronoprogramma anche per il resto della regione (qui l’articolo).
La nota del Partito Democratico di Saronno:
Ecco perché candidare Saronno per una Casa di Comunità, che sono un presidio di assistenza sanitaria e sociale.
Come ha ricordato il sindaco Airoldi abbiamo le aree idonee per insediarla, e con l’hub vaccinale questa amministrazione ha dimostrato di saper organizzare e ben gestire una struttura, attraverso una sinergia tra Comune, Azienda Sanitaria e Terzo Settore.
Dai fondi Pnrr ci saranno 2 miliardi di euro a disposizione per attivare queste strutture, che non sono assolutamente in antitesi ad un Oopedale, che a Saronno deve restare di primo livello e tornare efficiente. Semmai le Case di Comunità sono una forte estensione di servizi sociosanitari per poter fornire maggior supporto ai cittadini. Vogliono essere una nuova modalità di presa in carico della salute e del benessere delle persone di una comunità. Un’idea che come PD Saronno abbiamo sposato subito, trattandola in un incontro con esponenti di alcuni enti locali e i nostri politici a livello regionale e europeo.
In queste strutture il medico di medicina generale, il pediatra, possono lavorare in équipe e in collaborazione con specialisti ambulatoriali, professionisti sanitari quali logopedisti, fisioterapisti, dietologi, tecnici della riabilitazione ecc. La presenza degli assistenti sociali nelle Case di Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali, nonché una loro maggiore integrazione con la parte di sanità assistenziale.
Ecco in generale, alcuni esempi delle tipologie di supporto che le Case di Comunità potranno offrire ai cittadini:
• Ambulatori per medici di famiglia, ambulatori specialistici e servizi di diagnostica strumentale.
• Servizi infermieristici con attività di assistenza domiciliare.
• Servizi sociali.
• Spazi per attività di promozione e prevenzione.
• Riabilitazione.
• Appositi luoghi di accoglienza e relazione, di partecipazione sociale, ambiti di sostegno alle fragilità, sedi del volontariato.
• Poter consultare un medico o un infermiere durante la giornata.
• Consultare un professionista sanitario che accolga le richieste del cittadino e lo accompagni verso i servizi, occupandosi di attivare percorsi sanitari adeguati;
• Approfondire gli aspetti sociali dei problemi sanitari attraverso il confronto con altre figure come l’assistente sociale.
• Gestire le malattie croniche attraverso percorsi assistenziali condivisi e supervisionati.
Cosa di meglio per la nostra città e anche dei paesi limitrofi di un network di professionisti della sanita’ e del sociale, che si possono prendere in carico a 360 gradi le necessità delle persone, e che trovi in un unico luogo?
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